5 locali, ben arredato, vista Marte: concept di immobiliare marziana

Ecco i primi concept delle strutture che potrebbero usare gli astronauti su Marte e sulla Luna. Si assemblano in poco tempo e saranno utili anche sulla Terra in caso di calamità naturali.

Avatar di Elena Re Garbagnati

a cura di Elena Re Garbagnati

I primi astronauti che andranno a vivere sulla Luna o su Marte potranno vivere e lavorare in strutture accoglienti che si costruiranno da soli in poche ore. L'idea è quella del progetto SHEE (Self-deployable Habitat for Extreme Environments), una sorta di "container hi-tech" che nasce per le missioni spaziali , ma sarà utile anche per costruire sulla Terra strutture improvvisate in caso di calamità naturali.

self deployable habitat

SHEE è frutto di un'idea e del conseguente progetto dell'architetto Ondrej Doule, che a fine agosto ha presentato un concept a un incontro dell'American Institute of Aeronautics and Astronautics (AIAA) Space 2015 in cui si discuteva proprio degli habitat per lo Spazio.

La premessa è che costruire abitazioni sulla superficie di Marte o sulla Luna è rischioso, complesso e costoso, quindi nel limite del possibile bisogna cercare di applicare metodi di assemblaggio autonomo. SHEE soddisfa questo requisito perché si tratta di una struttura ibrida composta di parti gonfiabili, componenti rigide e parti robotiche, ripartita al momento in cinque aree principali d'uso: ingresso, area di lavoro, stanze private per l'equipaggio, cucina e servizi igienici.

Work on extraterrestrial habitats for the moon and Mars may have on Earth applications to help those afflicted by natural or human made disasters

Ovviamente gli interni possono essere arredati a seconda delle esigenze specifiche di ciascuna missione. Il progetto è approdato alla fase di test: presso l'università di Taru in Estonia sono state condotte le prime prove di assemblaggio. Una volta completata questa fase bisognerà verificare che SHEE sia in grado di funzionare per almeno 14 giorni in un ambiente con condizioni estreme. Se tutto andrà per il meglio si passerà alla redazione del manuale con le procedure di montaggio.

Come spesso accade gli investimenti per la ricerca spaziale portano vantaggi concreti anche qui sulla Terra. I responsabili infatti sottolineano che SHEE potrebbe essere impiegato anche nelle zone danneggiate dall'uomo o da calamità naturali, perché potrebbero fornire in pochissimo tempo un rifugio provvisorio a chi ha perso la casa. Rispetto alle tendopoli sarebbe un passo avanti provvidenziale.