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a cura di Dario D'Elia

Il 3GPP (3rd Generation Partnership Project), ovvero il consorzio industriale internazionale che supervisiona la standardizzazione dei sistemi di telecomunicazioni, ieri ha approvato le attese specifiche tecniche dedicate alla rete core 5G. Durante la seduta plenaria, a cui hanno partecipato 600 delegati di 40 aziende leader fra cui TIM, Ericsson, Intel, Huawei, Lenovo, LG, Qualcomm e Samsung, è stato dato l'ok alla cosiddetta "standalone (SA) Release 15" della tecnologia mobile di quinta generazione.

"Il primo step è stato dedicato alla nuova interfaccia radio, tra la rete e il terminale. E questo è avvenuto a dicembre con la Release 15 NR non-standalone (NSA). Lo standard che è stato consolidato adesso, nel rispetto della roadmap prefissata, riguarda in particolare i componenti di rete core quindi non tanto l'accesso radio quanto la parte interna della rete. Come ad esempio l'instradamento del traffico, l'autenticazione, i servizi, etc.", ha spiegato a Tom's Hardware Enrico Maria Bagnasco, Responsabile Technology Innovation di TIM.

5G

Si tratta di un passo fondamentale, per completare le specifiche tecniche. Ci saranno ancora due passaggi ulteriori: uno intermedio tra 6 mesi e quello finale a giugno 2019 ma di elementi secondari. Si parla ad esempio dell'estensione massiva sensoristica, ovvero la possibilità di gestire un'altissima quantità di dispositivi in ambito Internet of Things. "10mila sensori per chilometro quadrato, che domani potrebbero anche essere milioni", ha aggiunto Bagnasco. "Considerata l'attuale disponibilità del Narrowband IoT il consorzio ha deciso di dare una priorità secondaria rispetto a tutto il resto".

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In sintesi la fase di standardizzazione ha affrontato prima il tema dell'aumento della velocità di punta, e ora quello "della riduzione della latenza end-to-end e del cosiddetto slicing". Quest'ultimo è distintivo per la 5G poiché consente di fatto di "gestire servizi a priorità differenziata" fornendo in base alle esigenze prestazioni diverse. Un intervento di telemedicina ad esempio avrà bisogno di una soglia di latenza diversa rispetto una piattaforma IoT, mentre uno streaming ad alta risoluzione richiederà un livello di banda passante completamente diverso rispetto a un servizio di tracking automotive.

5g slice

Slicing

"Sulla parte radio ci saranno sia aggiornamenti software che nuovi prodotti di rete e terminali che dovrebbero essere disponibili entro la fine dell'anno. Vi sarà quindi un nuovo ciclo a fine 2018 e quindi potremo aggiornare e in parte integrare", ha dichiarato Bagnasco. "Gli oggetti genuiamente pronti per la produzione industriale comunque me li aspetto nel 2019. Comunque non in larga scala".

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Ci sono voluti quattro anni di lavoro per giungere a questo traguardo, e bisogna ricordare che TIM è l'unica telco italiana ad aver partecipato attivamente al progetto fin dall'inizio, mettendo in gioco i suoi laboratori di ricerca, fra cui lo storico TIM Open Lab di Torino dove sono state sperimentate le soluzioni per ottimizzare il funzionamento della rete e dello standard.

E per la copertura 5G in ambito consumer? "La copertura non l'ha ancora iniziata nessuno, manca ancora la gara delle frequenze. Oggi si sperimenta. L'implementazione commerciale dovrebbe iniziare nel 2020, con alcuni lanci selezionati nel 2019. Le alte frequenze sono critiche per la copertura, ma la tecnologia delle antenne attive consentirà di recuperare ciò che si perde in tal senso. Però bisogna anche considerare che rispetto al passato, dove si è partiti dalle zone più popolose, i primi servizi 5G attivi si concentreranno come isole in un mare 4G. Zone ad alta concentrazione di aziende, imprese, campus dove c'è domanda insomma. Ma anche in questo caso ogni operatore farà le sue scelte strategiche diverse".