5G, il Governo destina 30 mln di euro alle "case delle tecnologie emergenti"

Il programma di supporto alle tecnologie emergenti 5G entra nella fase operativa dopo la pubblicazione del decreto correlato in Gazzetta Ufficiale.

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a cura di Dario D'Elia

Il Governo ha previsto 30 milioni di euro di stanziamento per la "Casa delle tecnologie emergenti" e 15 milioni di euro per "progetti di ricerca e sviluppo" legati alla 5G. Sono questi alcuni degli elementi chiave del decreto 26 marzo 2019, pubblicato recentemente in Gazzetta Ufficiale, inerente il programma di supporto alle tecnologie emergenti 5G in attuazione della delibera Cipe 61/2018.

Com'è risaputo il piano ha come obiettivo la realizzazione di progetti "che possano costituire dei volani per lo sviluppo imprenditoriale sul territorio" e che coinvolgano anche le Amministrazioni pubbliche. L'attuazione sarà a cura della Direzione generale per i servizi di Comunicazione elettronica, di radiodiffusione e postali (Mise-Dgscerp) del Mise

Le cosiddette "case" saranno dei "centri di trasferimento tecnologico volti a supportare progetti di ricerca e sperimentazione, a sostenere la creazione di startup e, per l’appunto, il trasferimento tecnologico verso le Pmi, sui temi aventi ad oggetto l'utilizzo del Blockchain, dell'IoT e dell’Intelligenza Artificiale". Verranno realizzate presso Torino, Roma, Catania, Cagliari, Genova, Milano, Prato, L’Aquila, Bari e Matera, dove è in atto la sperimentazione 5G, ma non è escluso per il futuro il coinvolgimento di altri comuni.

I 15 miliardi in ricerca e sviluppo verranno destinati invece a Enti pubblici, Agenzie, enti di ricerca e Università che sappiano coinvolgere più soggetti, compressi gli operatori 5G. Il tutto non dimenticando elementi di sostenibilità e soprattutto replicabilità sul territorio.

Da ricordare poi i 3,5 miliardi di euro per la realizzazione del Piano di investimenti per la  diffusione della banda ultra larga e 2,2 miliardi di euro per gli  interventi di immediata attivazione – di cui 100 milioni assegnati a tre segmenti. Nello specifico si parla di 60 milioni per progetti di ricerca, sperimentazione, realizzazione e trasferimento tecnologico aventi ad oggetto l'applicazione della tecnologia 5G a beni e servizi. 35 milioni per progetti promossi dalle altre regioni, da altri dicasteri o enti pubblici di ricerca, per lo sviluppo di servizi di nuova generazione. 5 milioni per la seconda fase del progetto wifi.italia.it, che prevede l'ampliamento della rete wifi federata nei  luoghi dell'arte, della cultura e del turismo.

Inoltre è previsto che fino allo 0,5 per cento dei 2,2 miliardi di euro assegnati verrà destinato ad azioni di informazione e comunicazione del piano, sostegno alla domanda (voucher) e azioni di rafforzamento della capacità amministrativa.