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a cura di Dario D'Elia

La 5G è probabilmente l'elemento di sfida più importante nel mercato delle telecomunicazioni mobili, non solo perché si tratta di una rivoluzione tecnologica ma anche perché il modello di business correlato sarà per la prima volta organico all'intero tessuto industriale. Questa la sintesi del pensiero di Mario Frullone, Direttore delle Ricerche presso la Fondazione Ugo Bordoni, che ieri ha aperto il panel "5G Opportunità di sviluppo competitivo" durante IOThings Milano 2018.

Della stessa opinione Massimiliano Gattoni, Chief innovation and digital officer di Open Fiber, Andrea Lasagna, Technology Officer di Fastweb, Gabriele Elia, Head of Open Innovation & Research di TIM e Rita Spada, Technology Innovation Manager di Wind Tre. Tutti i rappresentanti dei principali operatori hanno raccontato al pubblico i numerosi progetti sperimentali in cui sono coinvolti sul territorio, anche grazie al "5G Action Plan" del Ministero per lo Sviluppo Economico.

Open Fiber

E-Health - Open Fiber

Com'è risaputo il bando dell'anno scorso ha assegnato a Vodafone la sperimentazione 5G su Milano, a Open Fiber e Wind Tre quella su Prato e L'Aquila, mentre a Bari e Matera sono in campo Tim, Fastweb e Huawei. Da qui al 2022 verrà sfruttato lo spettro di banda tra 3,6 e 3,8 gigahertz per implementare progetti locali con il coinvolgimento di centri ricerca, università e imprese. Parallelamente TIM ha un suo progetto 5G su Torino, Fastweb su Roma e Wind Tre su Lucca.

open fiber

Smart Industry - Open Fiber

Ad esempio a Prato e L'Aquila Open Fiber e Wind offriranno a famiglie e imprese "servizi innovativi che interessano ambiti come la salute, la mobilità, la sicurezza, la prevenzione e la gestione delle emergenze". Progetti sperimentali che poi saranno eventualmente replicabili a livello nazionale ed europeo. A Bari, con l'impegno di TIM e Fastweb, si parla fra i tanti progetti del cosiddetto "Porto 4.0", con un sistema più efficiente di gestione della logistica, dei trasporti e della sicurezza.

Wind tre

Security - Wind tre

Insomma, il potenziale è enorme, ma non mancano i fronti di criticità. Il primo riguarda l'assegnazione delle frequenze di maggior valore del lotto: la banda a 700 MHz, oggi occupata dai broadcaster televisivi. In Europa la liberazione dello spettro è stata fissata per giugno 2020, ma l'Italia potrebbe approfittare, con "ragioni debitamente giustificate", di un rinvio di 2 anni.

5g

Propsettive 5G - TIM

Come ha spiegato il professor Frullone della Fondazione Bordoni per il nostro paese sarà un passaggio delicatissimo. Perché con un'unica mossa non solo gli operatori avranno a disposizione risorse di banda adeguate ma si rimetterà ordine al caos frequenze dovuto alle televisioni. Negli ultimi anni infatti l'Italia si è distinta nell'impiegare anche quelle dei paesi vicini, creando attriti con Bruxelles e le autorità delle comunicazioni straniere.

wind tre

5G City - Wind Tre

Il secondo fronte di criticità, di cui pochi hanno voglia di parlare, è quello dei regolamenti legati ai campi elettromagnetici generati dalle stazioni radio base e non solo. Oggi l'Italia gode di limiti fra i più bassi in Europa, ma il dibattito industriale e politico per correggerli al rialzo si è arenato da tempo. La 5G probabilmente avrà bisogno di soglie più alte, poiché la tanto decantata capillarità dei servizi si baserà su una nuova impiantistica che sfrutterà anche piccole celle con copertura di un centinaio di metri. Questo vuol dire che gli ambienti metropolitani saranno destinati a concentrazioni di onde elettromagnetiche da valutare attentamente.

wind tre

Use Cases - Wind Tre

Infine c'è il tema del modello di business. Sulla carta sembra corretta l'idea di coinvolgere fin dai primi passi le imprese per rispondere a una reale domanda di servizi e connettività, ma è pur sempre una novità rispetto al passato. Nulla è scontato in questo approccio, se non il fatto che i rischi di investimento per gli operatori dovrebbero - rispetto alle transizioni 3G e 4G - essere maggiormente sotto controllo e più governati.

La nota di colore dell'evento è stata senza dubbio legata alla domanda rivolta a Open Fiber dal giornalista de Il Sole 24 Ore, moderatore del panel, Andrea Biondi. "Parteciperete all'asta delle frequenze 5G?". Massimiliano Gatto di OF ha risposto: "Stiamo ancora valutando". Ma il sorriso rivelava altro. Sicura invece la partecipazione di Fastweb.

Insomma, la 5G non sarà la panacea di tutti i mali. Perché - è bene ribadirlo - senza torri radio raggiunte da fibra non si può fare nulla. E certamente i ponti radio non potranno essere una soluzione, perché già oggi sono considerati troppo costosi da implementare e poco efficienti.