7 giorni senza banconote: un esperimento vincente

In questi giorni è in corso un esperimento che costringerà sei blogger italiani a vivere per una settimana usando solo una carta di credito prepagata. L'iniziativa è nata per sensibilizzare l'opinione pubblica sui problemi legati a banconote e monete, un sistema costoso da mantenere e con diversi inconvenienti.

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a cura di Pino Bruno

Sei blogger italiani, fra i quali Caterina Policaro, insegnante ed esperta di e-learning e tecnologie nella didattica, stanno partecipando in questi giorni all'esperimento No Cash Week. L'obiettivo? Cercare di vivere per una settimana usando solo una carta di credito, nella fattispecie una prepagata MasterCard PayPass caricata con 500 euro.

Ogni acquisto, anche il più piccolo, dovrà essere pagato usando questa carta. L'iniziativa punta a sensibilizzare l'opinione pubblica contro i problemi causati dalla gestione delle monete e banconote. Ma come mai questo accanimento contro la forma di pagamento più usata al mondo? Il perchè è presto detto.

Banconote e monete:

  • Sono costose

    Sebbene il denaro contante sia percepito come uno strumento di pagamento gratuito, la realtà è assai diversa: la gestione del contante in Europa vale 50miliardi di Euro l'anno, 10 di questi spesi dall'Italia. Questo significa che per pagare il personale, i servizi di contazione, le perdite, i furti, le apparecchiature, il trasporto, la sicurezza, i magazzini, la vigilanza, le assicurazioni… spendiamo circa 200 Euro a testa l'anno!

  • Favoriscono l'evasione

    L'Italia si conferma al primo posto in Europa per reddito imponibile evaso con il 54,6 percento. Il contante contribuisce a gravi iniquità fiscali e sociali per i cittadini a maggiore tracciabilità e incrementa il fenomeno del sommerso che in Italia incide sul Pil per oltre il 20 per cento sottraendo all'erario ogni anno circa 180 miliardi di euro.

  • Sono falsificabili

    Nel primo semestre del 2010 la Banca d'Italia ha riconosciuto false 72.361 banconote false ritirate dalla circolazione nel nostro paese. Il più contraffatto è il taglio da 20 euro con il 53,3 per cento del totale dei falsi individuati in circolazione. In Europa, complessivamente, nell'ultimo anno sono stati ritirati dalla circolazione 387mila biglietti in euro falsi.

    Il tagli di euro che ha ispirato il famoso detto "sei più falso di una banconota da 30 euro"

  • Inquinano

    Gli ultimi dati disponibili presso la Banca d'Italia c'informano che, solo per quanto riguarda l'Euro, sono in circolazione oltre 13miliardi e 600 milioni di banconote per un valore di 815 miliardi di euro. Sul fronte delle monete, ne circolano 91 miliardi e oltre 800 milioni di esemplari (22,5 miliardi dell solo taglio da 1 cent) che valgono, in totale, quasi 22 miliardi di euro e che formerebbero, messe una sopra l'altra, una pila lunga come 4 volte la circonferenza della terra. Difficile ma immaginabile quantificare il peso, il valore e l'impiego di risorse finalizzate all'estrazione e alla lavorazione dei metalli utilizzati per il conio delle monete. Senza dimenticare che ogni anno, nell'area Euro, vengono rimpiazzate tra 6 e 10 milioni di banconote.

  • Sono sporche

    Uno studio dell'University of California di San Francisco spiega come il 18 per cento delle monete e il 7 per cento delle banconote in circolazione siano veicoli di batteri anche potenzialmente pericolosi come l'Escherichia Coli e lo Stafilococco Aureo. Una recentissima ricerca coordinata dal microbiologo Frank Vriesekoop ha esaminato oltre duecento banconote di dieci paesi alla ricerca dei batteri più comuni sulla loro superficie. Risultato: dove le infrastrutture igienico sanitarie sono peggiori è anche più basso il livello di prosperità nel paese e sono presenti più batteri sulle sue banconote. Secondo un articolo del National Geographic, 9 banconote su 10 negli Usa registrano la presenza di cocaina sulla propria superficie.

  • Puoi perderle o distruggerle

    Il contante s'infila ovunque senza possibilità di ritorno: finisce nel taglio del sedile dell'auto, dimenticato dentro un libro, in più non esiste nessuna assicurazione che ti copre se ti rubano il portafogli con dentro i contanti. E quante volte capita di dimenticarlo dentro i jeans messi in lavatrice e doverlo asciugare col phon in bagno quando non c'è più niente da fare? Per questi motivi e per la quotidiana usura, ogni anno, solo nell'area euro, vengono rimpiazzate tra 6 e 10 milioni di banconote.

Un utente che sta cercando di racimolare i pezzettini di una banconota da 500 euro...

Caterina Policaro vive a Potenza. È l'unica tester a sud di Roma e dunque il suo compito è particolarmente arduo. Se la sta comunque cavando egregiamente, come racconta sul blog.

Certo, dematerializzazione è un termine quasi sconosciuto in Italia. Tutto è carta, timbri, bolli, e i soldi non fanno eccezione. Non è soltanto un limite culturale e i cittadini non hanno tutte le colpe. Molto dipende dal sistema bancario, dalle commissioni esose sulle carte di credito, dai tassi usurai su alcuni tipi di carte. Insomma, la mancanza di trasparenza alimenta la diffidenza e fornisce alibi ai furbi e agli evasori fiscali.

Dice bene l'Adoc. Dematerializzare il denaro è giusto, "è necessario, però, che il Governo e il sistema bancario intervengano in modo deciso sulle forme di pagamento sostitutive del contante, che dovranno avere costi zero o ad ogni modo più contenuti di quelli attuali. Vi deve essere la garanzia di poter effettuare ogni tipologia di pagamento, anche di importo inferiore a 20 euro, come avviene in altri Paesi europei. Un limite che oggi è possibile incontrare, ad esempio, alle stazioni di rifornimento benzina, che non accettando pagamenti con carta se minori di 20 euro o al momento del pagamento di taxi o parcheggi. Le commissioni delle carte di credito devono essere meno esose di quelle attuali, che dissuadono gli esercenti dal loro utilizzo. In merito alle carte revolving, vorremmo che fossero applicati i limiti del tasso d'usura. È inaccettabile che gli interessi arrivino al 22%, per di più con l'impossibilità da parte del cliente di poter aumentare l'importo della rata mensile".

Proprio ieri leggevo sul Venerdì di Repubblica un reportage da Atene di Matteo Nucci sul ruolo sporco giocato dalle banche con le carte di credito. L'intervistato – Giorgios – racconta di quando, ai tempi del presunto boom greco, "le banche cominciarono a telefonare in casa per regalarti carte di credito vantaggiosissime… ci voleva uno Stato capace di proteggere il suo cittadino. Ma come poteva farlo se stava cascando nello stesso gioco?"

ringraziamo Pino Bruno per la collaborazione