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a cura di Raffaele Giasi

Senior Editor

Con l'uscita del primo gameplay trailer di Cyberpunk 2077, l'attesa per il titolo CD Projekt Red si è amplificata a dismisura.

Con un filmato di ben 48 minuti, il team ha finalmente mostrato al mondo le potenzialità della sua prossima hit che, andando a ripescare a piene mani dall'iconografia letteraria (e non solo) di genere, sembrerebbe proporre sin dalle sue premesse un'offerta ludica immensa.

Gunplay dinamico, approccio multidirezionale, direzione artistica da capogiro: sono solo alcuni degli elementi di questo Cyberpunk 2077 che, complice l'hype scaturito dal successo di The Witcher 3, si impone all'attenzione del grande pubblico come uno dei più acclamati most wanted degli ultimi anni.

In questo clima di fervente attesa abbiamo quindi deciso di offrirvi tre articoli per colmare la vostra fame di robotica (e non solo).

L'idea è consigliarvi opere letterarie e cinematografiche, i cui riferimenti sono a dir poco fondamentali per l'immaginario di genere.

Partiamo quindi con i libri, con 7 letture fondamentali del genere cyberpunk andando a ripescare tanto opere propriamente appartenenti al filone, che alcuni mirabili precursori.

Destinazione Stelle

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Pubblicato addirittura nel 1957 ad opera di Alfred Bester, Destinazione Stelle è stato a dir poco fondamentale nella formazioni di quelle che poi saranno le basi del movimento Cyberpunk, anticipandolo con uno scarto di oltre 20 anni.

Questo perché fu uno dei primissimi racconti a introdurre alcune delle principali tematiche del genere quali gli innesti cibernetici, le mega-corporazioni ed una tetra visione del futuro, la cui tecnologia ha in qualche formula deumanizzato il progresso.

Il racconto cerca di riscrivere in chiave fantascientifica il popolare racconto di Dumas, "Il Conte di Montecristo", mettendo al centro delle sue trame un rozzo e sciatto meccanico, Gulliver Foyle, fortuitamente sopravvissuto ad un attacco spaziale della nave su cui era in servizio.

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I pianeti del Sistema Solare sono infatti in guerra, riunitisi sotto l'egida di alcune corporazioni i cui vezzi, di fatto, regolano l'andazzo politico ed economico del Sistema Solare.

Foyle, riuscendo a tornare sulla Terra dopo essere stato abbandonato alla deriva, assumerà quindi una nuova identità ed un nuovo stile di vita al fine di vendicarsi. 

Come detto siamo molto distanti dalla letteratura propriamente di genere, ma Destinazione Stelle contiene comunque tutti i leit motiv, quali progresso tecnologico e sovversione civile, che caratterizzeranno più propriamente il genere. 

Non ho bocca, e devo urlare

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Scritto da Arlan Ellison in una sola notte nel 1967, Non ho bocca, e devo urlare, vi sarà forse più noto a causa dell'omonimo adattamento in forma di videogame che arrivò nel 1995 ad opera di Cyberdreams per MS-DOS. 

Si tratta forse di una delle opere più cupe, ma al contempo affascinanti, del genere fantascientifico, anticipando anch'esso alcune tematiche del genere cyberpunk tra cui il terrore dell'uomo per la supremazia della macchina, e ovviamente la ribellione del genere umano al controllo delle IA.

Non ho bocca, e devo urlare, è infatti ambientato in un futuro molto cupo, in cui in seguito ad un genocidio globale da parte di una IA (AM) dell'intera razza umana, solo 5 sopravvissuti sono forzatamente ancora tenuti in vita. 

AM infatti, nutre per questi 5 uomini un odio assurdo, ed ha fatto sì che grazie alla sua tecnologia questi non possano mai morire, pur passando l'intera esistenza in una struttura in cui la IA si diverte a torturarli costantemente.

La storia segue quindi il tentativo dei 5 di ribellarsi all'IA, nella folle speranza di potersi liberare da questa e tornare liberi. 

Il racconto contiene molti passaggi di estrema violenza, tanto da essere classificato nella parte più propriamente horrorifica della fantascienza.

Pur nella sua brevità, resta però un'opera pregevole e drammatica. Per altro fu persino migliorata nella stesura della sceneggiatura del gioco, che riuscì ad esplorare passaggi che, per stessa ammissione dell'autore, non era stato possibile inserire a causa della velocissima stesura. 

Il cacciatore di androidi

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O anche: "Ma gli androidi sognano pecore elettriche?", o se preferite "Blade Runner".

Si deve infatti a questo racconto di Philip Dick del 1968, la base per la trama del capolavoro cinematografico di Ridley Scott, che forse meglio di qualunque altro film ha portato l'immaginario cyberpunk al cinema.

Il cacciatore di androidi è forse, insieme a La svastica sul sole (da cui è stata tratta la serie Amazon "The man in the high castle"), uno dei racconti più iconici ed amati dello scrittore statunitense.

Dick si diverte qui a confondere il lettore, lasciandolo costantemente nel dubbio se quello che circonda i personaggi del racconto sia più o meno vero.

Imperialismo delle multinazionali, depressione, droga, disfattismo, crisi sociale sono solo alcuni dei temi trattati da Dick, quasi tutti al servizio di quella che è certamente una delle più encomiabili opere del "pre-cyberpunk", ovvero precedenti al movimento del 1980.

Dick esplora e sovverte il paradigma cartesiano del "Cogito Ergo Sum" e cerca di stabilire come sia possibile distinguere oggetto e soggetto in una natura che contempla la macchina e la simiglianza con l'uomo.

Proprio il rapporto tra uomo e macchina, tra chi dovrebbe essere umano e chi dovrebbe simulare l'umanità, è il grande capolavoro del racconto di Dick. 

L'autore ribalta la percezione, spinge al dubbio dei protagonisti e dei lettori, ed in ultima analisi restituisce la summa del concetto di "sovversione sociale".

Chi è che si sta ribellando, e perché?

Rete Globale

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Romanzo del 1975 ad opera di John Brunner, Rete Globale va a incastrarsi tra quei racconti che hanno fatto da precursori al genere, incastrandosi nel più generico ramo della fantascienza tipicamente intesa. 

Eppure, in Rete Globale sono presenti già molti degli stilemi del genere cyberpunk.

Partendo dal suo protagonista, Nick Haflinger, un eccezionale talento informatico dallo spirito sovversivo, passa alla malvagia corporazione nazionale, la Tarnover, che nasconde dietro un ideale progressista esperimenti su cavie umane per scopi militari.

Rete Globale è stato uno dei primi racconti a parlare di hacking, virus informatici (a Brunner si deve la nascita del termine "worm") e dei problemi derivanti dalla privacy, nonostante sia stato scritto ben prima della nascita del world wide web. 

La questione dell'hack e della privacy, in particolare, è un punto centrale dell'opera.

I personaggi, infatti, vivono il costante turbamento che qualcuno possa forzare dall'esterno la sicurezza dei loro dati personali, sovvertendo quindi lo status delle loro vite private e non.

La cosa curiosa (e forse spaventosa) è che il racconto è ambientato nell'anno 2018.

Neuromante

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Con Neuromante, William Gibson scrive quello che oggi è unanimanente considerato il manifesto del cyberpunk, raffinandone le tematiche e perfezionandone il linguaggio.

Gibson, che già da tempo stava elaborando il suo stile per il racconto fantascientifico (pensate, ad esempio, a Johnny Mnemonico), con Neuromante confeziona l'opera omnia del genere Cyberpunk, dando il via alla cosiddetta "Trilogia dello Sprawl" le cui tematiche ed i cui segni saranno da esempio per tutti gli autori di genere che seguiranno.

Della Trilogia dello Sprawl, per altro, abbiamo parlato tempo fa e se vi va, potete correre a recuperarvi l'approfondimento. 

La storia è quella di Case, un hacker incapace di connettersi al cyberspazio a causa di un danno al sistema nervoso, luogo digitale in cui le persone, di fatto, vivono e si scambiano informazioni.

Un mondo digitale che, come uno stato allucinato continuo, tiene ancorato a sé quasi ogni essere vivente del pianeta. 

Gibson consegna al lettore un'opera ricca ma paradossalmente ermetica, in cui un ampio uso di termini gergali e terminologie derivate dall'informatica si fondono creando un linguaggio del futuro.

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A lui si deve la creazione di un immaginario al neon, che fonde la fascinazione per la parte più evoluta dell'oriente tecnologico, alla cultura da strada più ancorata alle realtà metropolitane americane.

Il tutto a sfondo di una vicenda dal sapore quasi noir, che trova negli hacker i suoi eroi anticonformisti, e nelle intelligenze artificiali i più incrollabili e subdoli nemici del genere umano.

Mirroshades

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Non è un racconto, ma un'antologia curata da Bruce Sterlings, lo scrittore statunitense noto per essere stato il principale teorico e studioso e teorico del movimento letterario cyberpunk.

Proprio Sterlings fu infatti il principale promotore di una formalizzazione della corrente cyberpunk, laddove invece autori come Gibson ritenevano che il cyberpunk non fosse una vera e propria corrente, ma solo una "sensibilità" che alcuni autori vicini tra di loro si trovarono a condividere nel mezzo degli anni '80.

La corrente, dunque, fu teorizzata e in qualche formula spinta proprio da Stearling, che con Mirrorshades volle restituire ai lettori una summa del suo manifesto cyberpunk attraverso una serie di racconti scritti dai principali esponenti del genere, Sterlings compreso.

Mirroshades è quindi interessante per la sua capacità di coniugare, comodamente, e in un unico volume, una sorta di vademecum delle principali declinazioni del genere (e relativi stili). 

Il titolo Mirrorshades, ovvero "Occhiali a specchio" fu scelto perché era comune per gli autori di genere inserire personaggi che indossavano occhiali a specchio. 

Snow Crash

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Scritto da Neal Stephenson nel 1992, Snow Crash è un racconto che segue per filo e per segno i canoni del genere, confezionando la storia eroica di un personaggio che, non a caso, si chiama proprio Hiro Protagonist (praticamente "eroe protagonista"). 

Il racconto è un hard boiled ambientato in America, in un mondo in cui le corporazioni si presentano al pubblico come veri e propri brand, la cui influenza economica ha persino riscritto i confini nazionali. 

Imbattutosi per puro caso in una potente droga neurale, capace di creare scompensi nell'espressione del linguaggio di chi la assume (da cui il titolo, riferito al rumore statico tipico degli schermi che non ricevono segnale), Hiro comincerà a riflettere sulla necessità di fermarne la diffusione, per impedire il collasso del linguaggio e, dunque, della società.

La cosa curiosa di Snow Crash, oltre alla riflessione che può derivare sulla potenza dei "brand" economicamente intesi, è la presenza di una piattaforma digitale chiamata Metaverso.

Stephenson, di fatto, predice l'avvento dei mondi digitali persistenti sul cui modello si basano gli MMO, e dei medesimi in realtà viruale.

Come il successivo Ready Player One, esiste infatti un mondo completamente digitale in cui le persone si rappresentano come vogliono attraverso avatar in 3D, vivendo, di fatto, vite parallele a quelle reali.


Tom's Consiglia

Nonostante l'assenza di una data di lancio certa, Cyberpunk 2077 è già disponibile per il preorder