A Shanghai il ghetto dove Facebook e Twitter sono liberi

Una zona franca nell'area di Shangai potrebbe essere l'unica in Cina dove usare i social network.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

La Cina potrebbe concedere libero accesso a Facebook, Twitter, il New York Times e altri siti web, ma solo nella zona franca si Shanghai. Tale apertura dovrebbe servire a rendere più confortevole la vita dei molti lavoratori, stranieri in particolare, attivi ogni giorno in questa particolare area.  

Con questa novità l'economia cinese spera quindi di attrarre ancora di più gli investitori esteri, già interessati al paese asiatico per le ghiotte opportunità commerciali e il trattamento fiscale favorevole. Il "Grande Firewall" in ogni caso resterebbe attivo nel resto del paese.

Parliamo di un'area di circa 28 chilometri quadrati, nella quale già oggi si possono realizzare scambi commerciali con regime fiscale privilegiato (simile a ciò che accade a San Marino, Andorra o altri luoghi simili). È il South China Morning Post a riportare la notizia, citando fonti governative anonime.

Le stesse fonti avrebbero detto al giornale che le autorità di Pechino sarebbero pronte ad aprire il mercato cinese agli operatori telefonici stranieri, e accendere così la concorrenza – di cui ora sono protagonisti solo tre aziende nazionali.

Questa novità, se confermata, si può interpretare come un apertura di Pechino nei confronti di Internet in generale? Probabilmente no, ma non sarà facile per le autorità cinesi tenere le informazioni all'interno del recinto come si fa con le merci. L'apertura della zona franca di Shanghai avrà un effetto a valanga sul resto della Cina, e trasformerà il paese in un luogo più democratico? Oppure le autorità di Pechino decideranno di tornare sui propri passi e chiuderanno l'esperimento dopo poco tempo?