AAA coniglietta vendesi, Playboy cede a Youporn

Playboy è in vendita. La rivista più famosa del mondo non resiste all'assedio del porno online.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Da mesi si parla di come l'informazione online stia mettendo alle corde la stampa tradizionale. Per estensione, quindi, non sorprende sapere che anche Playboy stia soffrendo, assediato dalla crisi economica, da un lato, e da decine, centinaia di siti che offrono pornografia gratuitamente, in giro per la rete.

Playboy ha perso 600 mila lettori solo negli ultimi due anni, subendo perdite rilevanti, 13,7 milioni di dollari nel primo trimestre del 2009, una cifra astronomica, per le innocenti conigliette.

E così Jerome Kern ha deciso di mettere in vendita società e marchio, per la modica cifra di 300 milioni di dollari. Si vocifera che Richard Branson potrebbe essere interessato: ironico che sia il fondatore di "Virgin Media"; ma si dice anche che la cifra richiesta sia sovrastimata.

Il fondatore, l'ottantreenne Hugh Hefner, detiene ancora il 70% dei capitali, e molti sostengono che la rivista resterà quello che è fino a quando lui resta vivo.

La notizia, che si ritrova un po' ovunque,  può suscitare sorrisi, ma la si può vedere anche da un altro punto di vista: Playboy rappresenta la prima linea della rete, quella che, ammettiamolo, genera più traffico e introiti, ed è quindi comprensibile che sia tra i primi a cadere. Tutto sommato, ha resistito più a lungo, per esempio, del Boston Globe, e volendo anche del New York Times. Però è arrivato al capolinea, nonostante, come suggerito da Rupert Murdoch, abbia sempre puntato su contenuti a pagamento.

Chissà, forse, se qualcuno nella famosa Playboy Mansion, si fosse occupato di sviluppare un modello di business più moderno, come per esempio il Freemium, oggi le conigliette non si ritroverebbero per la strada.