Acceleratori di particelle e diagnosi

Chi ha detto che la ricerca non serve a niente? Ecco le 20 ricerche e investimenti scientifici del passato che usiamo tutti i giorni e di cui non potremmo fare a meno.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Acceleratori di particelle e diagnosi

I computer avanzati come quelli del CERN sono stati usati anche come supporti con alcune tecniche diagnostiche, come la TAC (Tomografia Assiale Computerizzata). È un'evoluzione della radiografia, con un sistema tridimensionale che realizza molteplici sezioni, che si possono unire solo tramite un computer.

Da ricordare inoltre la risonanza magnetica, che ha all'interno un superconduttore come quelli impiegati al CERN, che genera un campo magnetico per misurare la risonanza dei nuclei dei protoni degli atomi del corpo umano per produrre immagini diagnostiche dell'organismo.

Ultima applicazione, la più recente, è l'adroterapia, dove Adro sta per Adrone (particelle pesanti come protoni, nuclei di atomi e ioni). Grazie a un acceleratore queste particelle vengono accelerate a energie elevate e poi attraverso una macchina vengono irraggiate direttamente sul paziente sdraiato su un lettino. Si tratta di un'evoluzione della radioterapia, ma meno dannosa perché non danneggia le cellule sane vicine a quelle tumorali.

Si usa per tumori poco ricettivi alle tecniche di radioterapia o inoperabili. L'unico centro in Italia si trova a Pavia, è uno dei primissimi in Europa ed è direttamente frutto delle ricerche sull'accelerazione delle particelle.