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a cura di Elena Re Garbagnati

C'è acqua sulla Europa, la luna ghiacciata di Giove. Una conferma più che una scoperta, che sgorga dai dati della sonda Galileo della NASA. Non ricordate il lancio di questo manufatto umano? Comprensibile, dato che fu spedita nello Spazio nel 1989, impiegò 6 anni a giungere nei pressi del gigante gassoso e i dati che raccolse vennero spediti sulla Terra fra il 1995 e il 2003.

29 anni sono tanti, e qualcuno si chiederà perché l'informazione dell'acqua su Europa da quella missione arriva solo oggi.

Artwork Galileo Io Jupiter

La sonda Galileo, ricostruzione grafica

La spiegazione è piuttosto banale: è difficile trovare qualcosa quando non si sa che cosa si deve cercare. Ai tempi del lancio della sonda Galileo, gli scienziati non sospettavano ancora la presenza di acqua sulla luna gioviana, quindi benché l'obiettivo fosse studiare Giove e le sue lune, le analisi per la ricerca di questo elemento in particolare non furono prioritarie.

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Poi il telescopio spaziale Hubble a fine 2012 catturò immagini che avevano dell'incredibile: dalla luna fuoriusciva quello che sembrava un pennacchio di vapore, chiara indicazione della presenza di acqua sotto alla superficie ghiacciata. Le conferme impiegarono tempo ad arrivare, perché nonostante numerosi tentativi, per replicare "l'avvistamento" si dovette attendere il 2014. Anche in quel caso si fece appello alla prudenza, perché le osservazioni di Hubble furono effettuate "al limite delle capacità del telescopio".

È a questo punto che è tornato buono il lavoro di Galileo: un gruppo di ricerca dell'Università del Michigan, guidato dal professor Xianzhe Jia, ha iniziato a passare al setaccio i dati raccolti dalla vecchia sonda durante 11 passaggi ravvicinati che compì attorno a Europa. La prima informazione utile che hanno scovato (pubblicata su Nature Astronomy) è che durante il volo ravvicinato del 16 dicembre 1997 furono annotate delle anomalie. Ai tempi non fu data molta importanza alla cosa, ma conoscendo le teorie oggi assodate sulla presenza di acqua, il nuovo gruppo di ricerca ha iniziato a indagare più a fondo.

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Ripescando i dati di Hubble e usandoli per creare una simulazione al computer, Jia e colleghi hanno dedotto che i getti d'acqua potrebbero avere effettivamente causato l'anomalia registrata da Galileo: l'area da cui fuoriescono i geyser infatti - dove si stima che sia transitata Galileo -  ha una temperatura superiore al resto di Europa.

Un altro piccolissimo pezzo di un puzzle complesso che negli anni gli scienziati stanno ricomponendo poco per volta. Forse il panorama completo arriverà con i dati della sonda NASA Juno, con le immagini del telescopio spaziale James Webb, e con missioni tuttora allo studio, prima fra tutte JIUCE (Jupiter Icy Moon Explorer) dell'Agenzia Spaziale Europea. 

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