Adblock Plus: Microsoft e Amazon pagano per aggirare il plug-in

Secondo il Financial Times Amazon e Microsoft versano un obolo a Eyeo, sviluppatore di Adblock Plus, per aggirare i filtri del plug-in. Le due aziende però sono in buona compagnia, dato che a pagare c'è anche Google.

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a cura di Manolo De Agostini

Non c'è solo Google tra coloro che pagano Eyeo, sviluppatore di Adblock Plus (noto plug-in per i browser), per aggirare il blocco delle pubblicità sui siti web.

Lo sostiene il Financial Times, sottolineando che anche Amazon, le pubblicità nelle ricerche sul motore Bing di Microsoft e il box "link raccomandati" di Taboola hanno ottenuto il lasciapassare a suon di dollari.

Adblock Plus

Adblock Plus, scaricato da oltre 300 milioni di utenti, permette agli utenti di bloccare la visione delle pubblicità, minando uno dei modelli economici su cui si basa gran parte dell'offerta editoriale su Internet (come quella di Tom's Hardware). Gli utenti possono comunque mettere i siti in whitelist o decidere se bloccarne tutte le pubblicità, perché magari ritenute troppo invasive o per altri motivi.

Il dibattito sull'uso di Adblock Plus è acceso, tra chi lo vede come uno strumento legittimo, quasi educativo (per i siti web) e chi invece non ne odia l'esistenza stessa. Tra questi un gruppo di società tedesche attive nel settore del marketing e della pubblicità online che ha denunciato Eyeo proprio per la whitelist.

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Eyeo, in passato, ha illustrato la sua whitelist come un programma pensato per favorire le pubblicità accettabili, un sistema progettato per lasciar passare l'advertising meno aggressivo e incoraggiare le aziende a modificare le proprie inserzioni affinché non danneggino l'esperienza di navigazione sul web.

L'uso della whitelist su Adblock Plus è facoltativo ma incoraggiato. "In questo modo sostenete i siti web che si affidano alla pubblicità ma scelgono di farlo in un modo non intrusivo", si legge sul sito Adblock Plus.

L'ingresso nel programma è gratuito per le piccole imprese, mentre le società più grandi devono pagare e adeguarsi ai dettami di Eyeo per avere luce verde, favorendo così al tempo stesso il mantenimento e lo sviluppo del plug-in.