Addio costi di recesso? È quasi fatta, lo sapremo venerdì

Il Consiglio dei Ministri venerdì 20 febbraio dovrebbe sancire la scomparsa o forte riduzione dei costi di recesso previsti dai contratti Internet, mobile e TV.

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a cura di Dario D'Elia

I costi di recesso previsti dai contratti Internet, di telefonia e televisivi potrebbero essere ridotti al minimo e probabilmente scomparire del tutto. Così riporta oggi La Repubblica che ha avuto modo di visionare l'ultima bozza del decreto legge sulla concorrenza. Il Consiglio dei Ministri dovrebbe approvare il tutto il 20 febbraio, ma i dettagli fino ad allora potrebbero essere ancora corretti. 

In sintesi si tratta di un perfezionamento del vecchio decreto Bersani sulle liberalizzazioni, che come tutti ben sanno nel tempo è stato interpretato nella modalità più favorevole agli operatori. E dire che l'ex ministro dello Sviluppo Economico (2006-2008) aveva legato i costi di recesso a quelli realmente sostenuti dalle società di telecomunicazioni per gestire la pratica di "uscita".

contratto

Un contratto non è per sempre

Nessun malus o penale che effettivamente ha portato la "gabella" da diverse centinaia di euro agli attuali 40 euro (medi). Ad ogni modo il costo rimane esorbitante se si considerano le tariffe degli abbonamenti.

Le fonti del quotidiano sostengono che attualmente la bozza sia in una configurazione piuttosto radicale - quindi senza alcun costo per l'utente, ma non escludono che possa essere limata stabilendo una soglia accettabile. D'altronde a livello aministrativo e tecnico gli operatori si fanno comunque carico di oneri.

Per quanto riguarda le offerte promozionali, che spesso riducono le tariffe a patto di rimanere fedeli all'operatore per 12, 24 o anche 30 mesi, si parla della possibilità di introdurre penali di massimo due mesi di canone. Per altro potrebbero non essere più tollerati contratti che supeano l'anno.

Infine sarebbe prevista un'ulteriore "semplificazione delle procedure di identificazione per la portabilità": la pratica di migrazione dovrà essere totalmente gestibile a livello telematico. Quest'ultimo punto comunque è rimandato al prossimo decreto del ministero degli Interni e dello Sviluppo economico previsto entro sei mesi.