Aereo Easyjet perde un pezzo, ma non è colpa del low-cost

Un recente incidente avvenuto a Malpensa offre l'occasione per parlare di sicurezza area.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

"Gli incidenti sono aumentati negli ultimi anni, insieme al crescere del traffico. Ciò che conta però è che quelli fatali tendono a zero", è il primo commento che ha rilasciato a Tom's Hardware Luciano Belviso riguardo all'incidente verificatosi a Malpensa lunedì pomeriggio. Fortunatamente nulla di tanto grave come il cargo appena precipitato negli Stati Uniti.

Da un aereo in decollo si è staccato un pezzo; la copertura di uno dei due motori dell'Airbus A320 è caduta a terra, così il velivolo è rimasto al suolo e l'aeroporto bloccato per mezz'ora circa. Molta paura tra i passeggeri ma nessun ferito: l'unica conseguenza è stato un sostanzioso ritardo: invece che alle 18.15 sono partiti per Lisbona alle 23.15.

L'ANSV (Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo) ha immediatamente aperto un'inchiesta, e definito l'accaduto un "grave inconveniente". Si indagherà sulle cause, e per ora si possono fare solo ipotesi. Due quelle principali: l'errore umano nel montare il pezzo in questione, oppure un difetto strutturale dell'aeromobile - tutt'altro che impossibile, visto che la stessa Easyjet conferma che ci sono già stati "una trentina di casi simili".

Il Codacons ha anche presentato un esposto contro l'ENAC, per sapere a quando risalgono gli ultimi controlli sull'aereo. L'ipotesi non dichiarata è che l'aumento estivo del traffico spinga le compagnie aeree ad allentare le procedure - e questo sarebbe particolarmente vero per una low-cost come Easyjet.

Per capire meglio la situazione ne abbiamo parlato con Luciano Belviso, fondatore di Blackshape, società pugliese che produce e vende alcuni tra gli aerei ultraleggeri più avanzati al mondo. Dopo il commento che apre questo articolo, ci ha spiegato che gli incidenti fatali, stando ai dati EASA (European Aviation Safety Agency), "sono 1,6 ogni dieci milioni di voli". Un valore che accomuna Europa e Stati Uniti, ma in altre parti del mondo si arriva a 30 e persino 40 incidenti fatali ogni 10 milioni di voli.

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Certo, "il rischio zero non esiste, ma le contromisure in atto sono efficaci e questo di Malpensa ne è un esempio valido". Le indagini potrebbero far emergere le effettive cause dell'incidente, "incidenti come questo non si devono generalmente a un singolo evento, ma a una catena nella quale è difficile trovare i punti chiave. Può essere personale mal formato, un errore nella realizzazione del pezzo" e tanto altro, continua l'imprenditore pugliese.

Il distaccamento della copertura ha esposto parte dell'impianto che c'è "intorno" alla turbina, e questo può generare in effetti una serie di piccole difficoltà - come la perdita di aerodinamica - ma nulla di irrecuperabile.

Insomma, meglio abbandonare l'idea che l'incidente sia dovuto al fatto che Easyjet è una compagnia low-cost, perché deve rispettare come tutte le altre le rigide norme europee sulla sicurezza. Tanto per fare un esempio, tutti gli aerei che sorvolano l'Unione hanno (almeno) due motori, e in caso che uno si danneggi irreparabilmente possono usarne l'altro per tornare a terra in sicurezza.

Anzi, a ben guardare secondo Belviso compagnie come Easyjet o Ryanair possono vantare qualche vantaggio rispetto a quelle più blasonate, grazie alla loro migliore struttura. Per esempio perché usano un solo modello di aereo, e questo rende tutto più semplice, dalla manutenzione alla formazione del personale.

Queste aziende però un neo ce l'hanno, e sta nella gestione dei costi – o per meglio dire nell'ossessione per il risparmio. "Ci sono alcune compagnie che tendono a dare ritmi di lavoro troppo alti, sopratuttto ai piloti, e questo può avere ricadute", ci ha spiegato Belviso. "Le compagnie low-cost da un punto di vista di gestione di piloti e personale tendono a risparmiare, prendono piloti giovani, con poca esperienza, ma più disponibili. Entrare come pilota in grandi compagnie è più difficile". D'altra parte coprono tratte brevi e "semplici", per le quali non è necessario un pilota di grandissima esperienza. La questione in ogni caso esiste.

Lo racconta anche Cristian Fletcher, pseudonimo dietro al quale si celerebbe un pilota di Ryanair che denuncia la società irlandese: obbligherebbe il personale, piloti compresi, a turni massacranti in condizioni miserevoli, mettendo così in pericolo la vita dei passeggeri – affidati a un pilota troppo stanco per lavorare. Ryanair ha sporto denuncia dopo la pubblicazione del testo, uscito in Francia lo scorso giugno.