Il Garante delle Comunicazioni ha le idee chiare su cosa fare delle vecchie frequenze televisive, ma aspetta il Governo per esprimersi sul wireless broadband. Venerdì scorso Agcom ha approvato il Piano nazionale di assegnazione delle frequenze televisive (PNAF) per il digitale terrestre.
Ancora DTT
"Nel piano, sono identificate le frequenze delle reti televisive nazionali da utilizzare di norma in tecnica isofrequenziale. Tali reti, tra cui quelle destinate a nuovi soggetti (dividendo digitale interno), sono equivalenti tra loro, sia in termini di copertura sia in termini di coordinamento internazionale. Il Piano tiene inoltre conto degli specifici obblighi di servizio pubblico, dell'articolazione regionale di Rai 3 e dell'informazione, nonché dello sviluppo dei servizi innovativi", si legge nel comunicato del Garante.
"Secondo quanto indicato dalla legge, il PNAF riserva oltre un terzo delle frequenze pianificabili alle emittenti televisive locali. Al fine di garantire il massimo pluralismo e di favorire un uso efficiente ed effettivo delle frequenze, la pianificazione di dettaglio avverrà attraverso la convocazione di appositi tavoli tecnici, anche per assicurare continuità a quanto avvenuto nelle regioni che hanno già effettuato il passaggio al digitale terrestre".
Per quanto riguarda i "servizi di telecomunicazioni (dividendo digitale esterno) per servizi innovativi quali la banda larga mobile di quarta generazione" bisognerà attendere il parere del ministero dello Sviluppo Economico. Sua la competenza sulle modifiche del Piano nazionale di ripartizione delle frequenze.