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a cura di Dario D'Elia

Il "rimborso" per chi ha subito la fatturazione a 28 giorni da parte di TIM, Fastweb, Vodafone e Wind Tre dovrà avvenire entro il 31 dicembre 2018. L'AGCOM oggi ha ufficializzato con una specifica delibera che gli operatori dovranno riconoscere nelle bollette residenziali e nelle offerte convergenti fisso-mobile i giorni erosi dal 23 giugno 2017 fino alla data in cui hanno ripristinato la fatturazione mensile.

"L'Autorità, con le delibere 112/18/CONS, 113/18/CONS, 114/18/CONS e 115/18/CONS, aveva diffidato gli operatori a far venir meno gli effetti dell'illegittima anticipazione della decorrenza delle fatture emesse successivamente alla data del 23 giugno 2017", puntualizza il Garante. "Con la delibera 269/18/CONS, l'Autorità, nel rispetto delle recenti indicazioni del TAR del Lazio, volte a contemperare i diritti degli utenti con le esigenze di sostenibilità economico-finanziaria da parte delle aziende, ha individuato il nuovo termine entro cui gli operatori dovranno ottemperare a quanto richiesto nei citati provvedimenti di diffida". 

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La restituzione potrà avvenire anche in più fatture a patto che il "debito" degli operatori si esaurisca entro la fine dell'anno. 

"Per gli utenti che nel frattempo abbiano cambiato operatore, adeguate modalità di ristoro saranno definite all'esito dei contenziosi ancora pendenti dinanzi al TAR Lazio, la cui discussione di merito è prevista nel prossimo mese di novembre", sottolinea l'AGCOM. 

"Il provvedimento adottato dall'Autorità intende salvaguardare in tempi rapidi i diritti di tutti gli utenti coinvolti dagli aumenti tariffari imposti dagli operatori". 

Da ricordare che malgrado l'AGCOM si fosse espressa sulla fatturazione, è solo grazie alla Legge di Bilancio 2018 di dicembre che si è riusciti a sbloccare la situazione, condizionando l'esito della prima udienza del tribunale amministrativo avvenuta a gennaio 2018. 

È pur vero che in questi mesi gli operatori hanno cercato di recuperare i mancati introiti prima applicando gli stessi rincari - bloccati dall'AGCM per un presunto cartello - e poi diversificandoli al ribasso. E ulteriormente, proprio nelle ultime settimane, correggendo al rialzo le vecchie tariffe. Insomma, dietro alla scusa delle mutate condizioni di mercato negli ultimi 6 mesi le rimodulazioni sono diventate un balletto.