AGCOM, il garante che non ascolta i consumatori

Un gruppo di associazioni chiede maggiore chiarezza sul procedimento di consultazione in vista del varo della delibera dell'authority. Senza contare una maggiore attenzione per le istanze di tutti i soggetti coinvolti

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a cura di Dario D'Elia

Le associazioni dei consumatori, di categoria, centri studi e aziende ICT rischiano di essere tenute fuori dal dibattito sulle nuove norme riguardanti il diritto d'autore. Per questo motivo è stata recapitata all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni una richiesta di audizione. Non è chiaro infatti per quale motivo sia stata data così tanta udienza ai titolari dei diritti d'autore e poca attenzione nei confronti degli altri. Il tutto anche considerando le perplessità diffuse sul nuovo regolamento "rispetto alla tutela dei diritti civili e di libera informazione in Rete".

Il palazzo AGCOM visto da fuori

"Oltre 70.000 cittadini hanno inoltre sottoscritto petizioni e appelli rivolti a sospendere l'iter della proposta e nella stessa direzione sono andate numerose iniziative parlamentari", si legge nella lettera spedita all'AGCOM.

"Ma ad aggravare ulteriormente la situazione è giunta la notizia che al termine del Consiglio dell'Autorità del 5 maggio è stato rimosso dal ruolo di relatore del provvedimento su internet e diritto d'autore il commissario Nicola d'Angelo, cioè proprio il Commissario che, con maggiore forza, aveva espresso posizioni nella direzione di quelle da noi presentate".

Di fatto si richiede "l'apertura immediata di un dialogo con il Consiglio dell'Autorità e una maggiore trasparenza nell'attività dello stesso due strumenti indispensabili per permettere da subito un riequilibrio nel diritto delle diverse istanze di essere rappresentate".

Adiconsum, Agorà Digitale, Altroncosumo, Assonet, Assoprovider, FEMI, Ist. Politiche Innovazione e Studio Legale Sarzana vorrebbero inoltre che l'AGCOM mettesse in atto "forme di trasparenza che consentano di comprendere le scelte […] in tema di internet e libertà di espressione".

La questione di fondo è che se le scelte del Parlamento sono verificabili e pubbliche, quelle del Consiglio AGCOM rimangono oscure.

"Riteniamo pertanto necessario che si preveda la pubblicazione sin da subito sul sito web dell'autorità dei verbali, dei voti e delle posizioni espresse dai singoli consiglieri, e delle decisioni assunte in tema di diritto d'autore e reti telematiche anche se tali decisioni non siano state formalmente assunte con Provvedimento finale", conclude la lettera.

La battaglia per la trasparenza attuata dalle associazioni non può che mettere in imbarazzo l'AGCOM, che per definizione dovrebbe essere garante degli interessi degli operatori e degli utenti. "L'AGCOM è innanzitutto un'autorità di garanzia: la legge istitutiva affida all'Autorità il duplice compito di assicurare la corretta competizione degli operatori sul mercato e di tutelare i consumi di libertà fondamentali dei cittadini", si legge nella pagina di presentazione dell'Autorità.