Il Comune di Parigi ha trovato una soluzione al problema AirBnb. Dal primo dicembre tutti i proprietari che vorranno affittare i loro appartamenti a breve termine, sfruttando piattaforme digitali, dovranno registrarsi in Comune. Questo il metodo deciso dal Conseil de Paris per assicurarsi che non vengano superati 120 giorni di locazione temporanea e per facilitare anche la raccolta delle imposte fiscali.
Oltre la soglia dei 4 mesi bisogna infatti avviare una procedura burocratica più complessa.
Il voto di martedì scorso ha ovviamente fatto la felicità dell'industria alberghiera. "Questo è un duro segnale per le altre municipalità. Gli enti territoriali adesso hanno uno strumento per monitorare le offerte turistiche e controllare la raccolta dell'imposta di soggiorno", ha dichiarato Roland Heguy, capo della federazione albergliera UMIH.
La Francia rappresenta un po' il paese simbolo della lotta a Airbnb non solo perché vanta 350mila annunci - di fatto il secondo mercato dopo gli Stati Uniti - ma anche perché Parigi è leader mondiale con 65mila appartamenti in affitto. Questa ampia offerta, secondo i maggiori critici della piattaforma, avrebbe prodotto un calo dell'offerta locataria a lungo termine (-20mila in 5 anni) e un incremento dei prezzi.
L'imposta di soggiorno in Francia non è sottovalutata e ormai è imposta in almeno 50 città turistiche. Nel 2016 ha raggiunto un valore di 7,3 milioni di euro.
Airbnb ha confermato che si adeguerà alla novità e informerà tutti i proprietari.
La Lonely Planet di Parigi è un must per una vacanza nella capitale.