Alla ricerca dei bit jihadisti

Sorveglianza anti terrorismo: ecco i provvedimenti informatici che sta adottando l'Unione Europea in temi di voli, metadati, comunicazioni e molto altro.

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a cura di Pino Bruno

Alla ricerca dei bit jihadisti

"Dal 1 luglio scorso – dice a Polizia Moderna il direttore del Servizio polizia postale e delle comunicazioni, Roberto Di Legami - è operativa presso Europol l'unità di segnalamento Internet detta Internet referral unit (Iru), che ha come compito primario quello di individuare contenuti rilevanti in tema di terrorismo, coordinare e condividere in maniera rapida le informazioni con gli Stati membri, il tutto in stretta collaborazione con le aziende, i provider e le più importanti piattaforme di social network. L'idea è quella di impedire la presenza in Rete di spazi virtuali aventi contenuti violenti o estremi senza per questo intralciare attività eventualmente in atto da parte delle forze di polizia degli Stati membri dell'Unione europea. Le segnalazioni vengono quindi vagliate velocemente, in collaborazione con il settore privato, e da questa attività incessante si produce anche analisi strategica e operativa".

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Quanto agli strumenti usati dai terroristi per comunicare tra loro, il direttore della Polizia delle comunicazioni dice che "Il sistema Voip utilizzato dalla Playstation è tra quelli più difficili da intercettare, per il protocollo di cifratura utilizzato […] le nostre indagini non ci hanno sinora dato evidenze di una comune rilevanza di questo fenomeno".

"Al momento – aggiunge Roberto Di Legami - risulta possibile ricavare informazioni sui messaggi scambiati, tramite applicativi Sony 'Party' e 'Messaggi', ma anche notifiche, contatti di amici e altro, analogamente a come avviene per i messaggi scambiati su altri dispositivi (per es. tramite WhatsApp sui dispositivi mobili) […] Abbiamo rilevato alcune tendenze, come, ad esempio, la progressiva trasmigrazione delle conversazioni di affiliati e simpatizzanti dell'Isis sulle piattaforme Telegram e Instagram, dovuta alle continue chiusure di profili Twitter da noi richieste al pari delle forze di polizia dei vari Paesi impegnati in attività di monitoraggio antiterrorismo o sollecitate da gruppi riconducibili al movimento hacktivista Anonymous nel corso di apposite campagne ad alta valenza dimostrativa. Noi comunque non sottovalutiamo nulla e monitoriamo tale tipo di tecnologia sia sotto il profilo tecnico che investigativo".