Altro che Wi-Fi libero: l'esercente è sempre responsabile

I provider Wi-Fi sostengono che gli esercenti sono sempre responsabili dei servizi wireless offerti. Le recenti affermazioni della federazione italiana pubblici esercizi aderente a Confcommercio-Imprese per l'Italia sono fuorvianti.

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a cura di Dario D'Elia

Il Wi-Fi italiano è ancora circondato da un caos normativo imbarazzante. A peggiorare la situazione la recente presa di posizione della FIPE, la federazione italiana pubblici esercizi aderente a Confcommercio-Imprese per l'Italia. Venerdì scorso ha fatto sapere che "i gestori dei locali saranno sollevati da qualsiasi responsabilità rispetto alla navigazione in Internet", rilanciando di fatto il parere del Garante della Privacy.

Il problema secondo Giovanni Guerri, Presidente del provider wireless Guglielmo, è che "tutte le attività online ricadono sotto la responsabilità del proprietario dell'impianto, come accade in qualsiasi altro paese del mondo".

In sintesi il wireless è regolato dalle norme ordinarie, dal codice delle comunicazioni elettroniche e dai regolamenti dell'AGCOM, quindi nella sostanza il Garante della Privacy "non ha alcun potere decisionale in un campo che non è di sua competenza".

Le caffetterie fuori dall'Italia

Concorda l'avvocato Fulvio Sarzana, che sul suo blog ha spiegato nei particolari come lo scenario normativo sia articolato. Tanto più che in futuro potrebbe essere chiamata in causa anche la Corte Costituzionale, poiché sembra esservi poca chiarezza sulle responsabilità degli esercenti e quelle dei provider.

Nel frattempo il provider Guglielmo continua a consigliare ai titolari di esercizi pubblici di dotarsi di un sistema di autenticazione. Anche una semplice chiave di accesso da comunicare ai propri clienti.

"Come per qualsiasi altro servizio, il suggerimento è dunque di affidare la propria rete Wi-Fi, soprattutto se destinata all'accesso pubblico, alle Società che operano in questo settore a livello professionale e che potranno consigliare la migliore soluzione tecnologica, garantendo al proprietario della rete e agli utenti la massima sicurezza e affidabilità", conclude Giovanni Guerri nel suo comunicato ufficiale.

"Se l'interpretazione della FIPE fosse applicata - renderebbe molto complicato, se non impossibile, per lo stesso proprietario riuscire a dimostrare la propria estraneità in una indagine della Polizia Postale", ha ricordato Massimiliano Mazzarella, AD del provider Futur3.