Altroconsumo reclama contro la sentenza anti-UberPop: basta protezionismi

Altroconsumo sostiene Uber e deposita un reclamo contro la sentenza dei giudici di Milano che ha bloccato il servizio UberPop.

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a cura di Dario D'Elia

Uber ha un nuovo alleato: Altroconsumo. A seguito dell'Ordinanza del Tribunale di Milano che blocca il servizio di trasporto privato UberPop in tutta Italia, la nota associazione dei consumatori ha deciso di depositare un reclamo ai giudici competenti.

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"Per Altroconsumo i nuovi servizi devono poter trovare nuove strade, non muri", si legge nella nota stampa diramata oggi. "L'ordinanza invece è contraria agli interessi dei consumatori poiché interpreta in maniera stringente, conservativa e protezionistica la norma attualmente in vigore, obsoleta in relazione al servizio di trasporto privato offerto da UberPop".

Com'è risaputo UberPop è uno dei servizi più criticati dai taxisti poiché consente a qualunque possessore di auto – quindi privo di licenza – di trasportare passeggeri in cambio di compenso. Uber grazie alla sua piattaforma tecnologica e all'app omonima si pone come intermediario.

Altroconsumo ha deciso di combattere a fianco di Uber forte anche del recente parere dell'Authority dei Trasporti, "che propone un'interpretazione più aperta nel recente Atto di segnalazione sull'autotrasporto di persone non di linea".

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"Il servizio UberPop non può essere considerato tout-court un normale servizio di taxi per come concepito e descritto nella regolamentazione attuale", sostiene Altronconsumo. "Grazie anche all'utilizzo innovativo delle nuove tecnologie, l'offerta è diversa, non direttamente sovrapponibile a quella esistente, a prezzi competitivi, di fatto raccogliendo sacche di utenza nuove. Impedirne l'esercizio è contrario agli interessi dei consumatori e allo sviluppo efficiente e innovativo del mercato".

Insomma, l'idea di fondo è che i diritti dei consumatori – sbandierati dai taxisti per criticare Uber – non dovrebbero essere usati come "strumento protezionistico a tutela dei fornitori di servizio cristallizzati e poco inclini al cambiamento".

Altronconsumo vorrebbe che il Governo emanasse uno "sharing economy act" per favorire la diffusione di servizi a favore dei consumatori e che Uber stabilisse codici di autodisciplina attraverso i quali applicare standard di sicurezza, efficienza e adeguata tutela.