AMD: basta con le CPU fatte da schifo, ora decidiamo noi

AMD esce dalla joint venture con Globalfoundries, diventando una semplice partner dell'azienda produttrice di microchip. La casa di Sunnyvale diventa quindi fabless e potrà produrre i propri chip con chi vorrà. Tra i tre colossi del mondo PC rimane solo Intel a poter progettare e produrre in casa, conservando un indubbio vantaggio.

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a cura di Manolo De Agostini

AMD non ha più impianti produttivi. La casa di Sunnyvale ha ceduto a Globalfoundries le sue quote nella joint venture finora esistente, consentendo ad ATIC, azienda di proprietà del fondo di Abu Dhabi, di ottenere il pieno controllo sulle operazioni.

AMD potrà così produrre i propri chip, in particolare le APU a 28 nanometri, dove vorrà, senza sottostare ad accordi vincolanti. Per formalizzare il passaggio di consegne e svincolarsi dai precedenti patti (ma rimanendo partner), AMD verserà a Globalfoundries un importo di circa 425 milioni di dollari, dei quali 150 milioni il 5 marzo, 50 milioni entro il 2 luglio, 50 milioni il due ottobre, 175 milioni nel terzo trimestre 2013.

Questa spesa sarà inserita nel bilancio AMD nel primo trimestre fiscale 2012, con un impatto di 703 milioni di dollari che consisteranno nei 425 milioni citati e il resto sarà una somma ricollegabile a spese di vario genere. AMD inoltre ha negoziato un nuovo meccanismo per i pagamenti negli anni 2012 e 2013, fissando paletti specifici ed evitando il pagamento obbligatorio trimestrale in base alle rese produttive a 32 nanometri sottoscritto l'anno passato.

AMD diventa quindi come Nvidia, cioè un'azienda completamente fabless. In realtà lo è praticamente da quando aveva deciso di smembrarsi, cedendo gli asset produttivi ad ATIC. La sua presenza nella joint venture le consentiva di avere voce in capitolo nello sviluppo tecnologico.

Negli ultimi anni però numerosi riassetti societari avevano reso AMD poco importante all'interno della joint venture, ma partecipe di perdite e svalutazioni, cosa che ha portato a una trimestrale non eccezionale a gennaio. Perciò c'è un lato positivo e uno negativo. 

Di certo AMD è più libera di fare ciò che vuole, quindi di accordarsi con chi le offre rese migliori e su questo ha certamente da guadagnarci. Troppe volte in passato ha "perso il treno" per problemi di rese e Globalfoundries in questi anni ha stentato, nonostante il fiume di soldi provenienti dalla penisola arabica.

Globalfoundries diventa totalmente indipendente e può buttarsi sul mercato senza vincoli di sorta, rendendosi appetibile ad altre aziende. Ad esempio se TSMC avrà un problema, nulla impedirà a Nvidia di bussare alla porta di GF, cosa sinora non impossibile ma alquanto improbabile.

Intel non chiude con gli uomini in bianco

Intel rimane l'unica ad avere controllo su tutta la catena: dalla progettazione alla produzione. Un indubbio vantaggio, che le permette di pianificare con sicurezza la roadmap e le offre flessibilità nel caso debba realizzare qualcosa di particolare. I progettisti come AMD e Nvidia devono sempre rivolgersi a qualcuno, ma AMD perlomeno ha guadagnato indipendenza. 

Ecco quindi un nuovo cambio di rotta sotto la direzione del nuovo AD Rory Read, che ha bisogno di certezze per spingere sull'acceleratore e confermare la roadmap 2012-2013, nonché mettere in atto i piani collegati alla fresca acquisizione di SeaMicro.