AMD voleva acquisire Nvidia, ATI è stata solo un ripiego

Nvidia al posto di ATI. Come sarebbe andata AMD acquisendo l'azienda di Santa Clara al posto della rivale canadese? Difficile dirlo, ma Nvidia è stata molto vicina a diventare parte di AMD.

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a cura di Manolo De Agostini

La prima scelta di AMD era Nvidia e non ATI. La casa di Sunnyvale nel 2006 ha siglato l'operazione più importante della propria storia, cioè ha acquisito la canadese ATI Technologies per 5,4 miliardi di dollari. Un accordo suggellato dai dirigenti di allora, Dave Orton (ATI) ed Hector Ruiz (AMD).

Con il senno di poi si può dire che l'intesa è stata azzeccata dal punto di vista tecnologico (ad AMD serviva un produttore di chip grafici), ma fu folle dal punto di vista finanziario. ATI venne valutata troppo e AMD ha pagato questo errore per molti trimestri di fila, trovandosi costretta a svalutare l'operazione. 

Da sinistra a destra: Dave Orton (ATI) ed Hector Ruiz (AMD)

Un vero "peccato", perché tutto questo avvenne in un periodo in cui Intel si apprestava a "tornare grande" con i primi processori della linea Core (dual-core Conroe a 65nm) e Nvidia, l'acerrima nemica di ATI, era più agguerrita che mai. In molti si sono chiesti come sarebbero andate le cose se avesse scelto Nvidia anziché ATI. Non lo sapremo mai, ma Forbes racconta che la fusione tra le due aziende è stata un'eventualità più che concreta. A far saltare tutto fu Jen-Hsun Huang, padre-padrone di Nvidia, che secondo un ex dipendente AMD "insisteva per essere l'amministratore delegato della nuova azienda combinata".

L'allora AD di AMD, Hector Ruiz, non era ancora pronto a farsi da parte - cosa che avvenne tre anni più tardi, dopo aver venduto le fabbriche produttive al fondo di Abu Dhabi Mubadala, che in seguito ha dato vita a GlobalFoundries. D'altronde era Ruiz che acquistava e Huang che vendeva. Probabilmente Huang voleva un po' troppo.

Ecco quindi che, per una mera questione di organigramma aziendale, è saltato un potenziale accordo-bomba. Probabilmente ad AMD avrebbe giovato acquisire più Nvidia che ATI, visto quanto gli uomini in verde hanno fatto in questi anni: l'iniziativa CUDA, Tegra e il grande rapporto dell'azienda con il mondo degli sviluppatori PC.

C'è da dire però che forse, sotto il controllo di AMD, non avremmo avuto tutto questo, e Huang probabilmente se lo sentiva. Per questo voleva avere il timone. Huang è riuscito a condurre Nvidia in nuovi mercati, snaturandone la missione delle origini ma consentendole di guardare in faccia i colossi di un tempo, quelli emergenti e soprattutto superare l'ostracismo di Intel e AMD sul fronte dei chipset per schede madre, settore in cui Nvidia era competitiva. Insomma, Huang è un comandante che ha saputo navigare in acque torbide.

AMD invece non si è mai del tutto ripresa dal turbinio di avvenimenti post-2006. Sta cercando nuovamente il rilancio con Rory Read, ed è in un momento di riassetto cruciale per il futuro. Le parti buone nell'azienda non mancano, vanno valorizzate e soprattutto non può più permettersi di fare errori, perché come ha già provato sulla propria pelle, basta un attimo per perdere il treno. E in un mercato che corre a questi ritmi, specie nel mobile che sembra sempre più essere il futuro, arrivare in ritardo equivale a essere finito.