Analfabeta matematico, 1 italiano su 4 secondo l’OCSE

Un quindicenne su quattro in Italia è un analfabeta matematico: sono questi gli allarmanti risultati riportati dall'OCSE-Pisa nel suo ultimo rapporto sullo stato dell'istruzione nel nostro Paese. Ma non è tutto: uno studente su cinque non sa nemmeno leggere mentre 1 su 6 è carente in scienze.

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a cura di Alessandro Crea

L'OCSE-Pisa ha pubblicato da qualche giorno il rapporto dal titolo "Low performing students, perché restano indietro e come aiutarli". Ne emerge un quadro preoccupante della nostra scuola e dei nostri studenti.

Secondo lo studio infatti ben uno studente italiano su quattro è un analfabeta matematico, con punte che in alcune scuole raggiungono l'80%, ma non è tutto perché un ragazzo su cinque è tecnicamente analfabeta, ossia non sa leggere, mentre uno su sei è gravemente insufficiente in scienze.

Questo significa che questi ragazzi non sono capaci di alcun ragionamento matematico e non riescono a svolgere che pochissime semplici operazioni, come l'addizione. A restare indietro sono soprattutto gli studenti immigrati ma la situazione si può intendere come generalizzata nella nostra scuola, a fare peggio in Europa riescono solo Grecia e Portogallo.

Studentessa in Crisi

L'unica consolazione è che i dati impiegati nel rapporto risalgono al 2012, anno dell'ultima rilevazione effettuata dall'OCSE. Il prossimo rapporto arriverà a novembre e aggiornerà la situazione al 2015. Si può sperare in un miglioramento? Se il trend resterà quello registrato nei report scorsi, probabilmente sì. Dal 2003 al 2012 infatti gli studenti che non riescono neppure a superare il livello 1 dei test Pisa in matematica sono già scesi dal 32 al 24.7% e potrebbero quindi essere ulteriormente diminuiti, ma probabilmente non abbastanza per allinearci alle eccellenze europee.

Secondo Andreas Schleiche, direttore dell'Education and Skills dell'OCSE, sono oltre 13 milioni i quindicenni che, nei sessantaquattro Paesi in cui si svolgono le rilevazioni Pisa, non hanno neppure quelle competenze di base che dovrebbero essere scontate: "Questo ha conseguenze sia a livello personale che delle economie e delle società, non solo perché questi ragazzi rischiano di lasciare la scuola prima di finirla. Una popolazione senza competenze di base rischia di compromettere anche l'intero sistema economico e la crescita del proprio Paese".

Le cause di questa situazione purtroppo sono molte e complesse e non sono semplicemente riconducibili allo stato sociale o economico della famiglia di provenienza.

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Secondo Francesco Avvisati, ricercatore che ha partecipato allo studio, per quanto riguarda l'Italia "il momento critico in cui si perdono molti di questi ragazzi è il passaggio tra le scuole medie e quelle superiori. Non c'è orientamento, molti sbagliano e vengono bocciati nel primo anno di superiori, senza contare che la scelta tra istruzione accademica, i licei, e scuole professionali avviene molto presto e in queste ultime spesso si concentrano gli studenti meno motivati con professori che non sono preparati a gestire dal punto di vista pedagogico le difficoltà e i problemi di questi ragazzi".

Ciò che manca ovviamente nel rapporto è una ricetta per risolvere la situazione, ricetta che però esiste ed è anche facile da immaginare: riformare seriamente la nostra scuola ormai obsoleta e pensare a nuovi modi più efficaci per formare leve di insegnanti preparati e motivati. Ma si tratta di modifiche che richiedono decenni e che probabilmente avremmo già dovuto attuare da tempo, cosa ne sarà nel frattempo dei nostri giovani e del nostro Paese?