Anche Panama pensa di rendere bitcoin una valuta a corso legale

Un membro del Congresso panamense ha lanciato un disegno di legge per rendere bitcoin e altre criptovalute a corso legale in tutti i settori dell'economia della nazione.

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a cura di Alessandro Crea

Lo scorso giugno, quando il presidente di El Salvador accennò per la prima volta di voler rendere il bitcoin a corso legale nella sua nazione, Gabriel Silva, membro del Congresso panamense, ne elogiò la decisione, sostenendo anche la necessità per Panama di abbracciare pienamente tecnologie innovative come le criptovalute.

Ora, lo stesso Silva ha annunciato via Twitter di aver da poco presentato un disegno di legge sulla regolamentazione della criptovaluta al Congresso, nello stesso giorno in cui a El Salvador la legge entrava in vigore. Tuttavia, a differenza di quest'ultima nazione, che inizialmente ha ricevuto forti critiche e rifiuti da parte di alcuni politici salvadoregni, il legislatore ha lasciato intendere che il disegno di legge ha ottenuto il pieno sostegno sia dei partiti di governo che di opposizione.

Il dollaro USA ha corso legale ufficiale a Panama dal 1904. Tuttavia, se la legge Crypto venisse approvata, bitcoin e altre criptovalute diventerebbero anche opzioni di pagamento accettate in tutte le sfere dell'economia panamense. Le istituzioni finanziarie tradizionali come le banche saranno autorizzate a gestire le criptovalute, aumentando ulteriormente la legalità, attirando al contempo attività incentrate sulla crittografia.

Non è tutto, il disegno di legge cerca anche di rendere la nazione un'organizzazione autonoma decentralizzata (DAO), digitalizzare l'identità dei residenti e delle persone giuridiche tramite la tecnologia blockchain, consentendo anche alle aziende di tokenizzare i loro titoli con la tecnologia di registro distribuito. È importante sottolineare che Silva ha anche lasciato intendere di aver tenuto colloqui con entità che renderebbero il progetto di integrazione crittografica di Panama il più agevole possibile, tra cui il Ministero delle Finanze e la Banca Nazionale, tra gli altri. E finora, sono stati ricevuti feedback da numerose parti interessate, tra cui bitcoiner, professionisti legali e aziende basate su criptovalute.