Andremo su Marte, il video-documentario online della BBC

Il progetto della BBC e dell'Imperial College per mandare l'uomo su Marte.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Un giorno l'uomo andrà su Marte. Molti non vedono l'ora, e fra questi ci sono alcuni scienziati dell'Imperial College di Londra, che con l'aiuto di Neil Bowdler, un video giornalista della BBC, e di esperti di animazione grafica hanno progettato la simulazione di una missione su Marte.

La serie suggestiva di video che sono stati realizzati (di cui si vede un estratto in questa notizia) sono in pubblicazione da questa settimana sul sito BBC News e in un mini documentario sul BBC News Channel e BBC World News.

L'uomo arriverà su Marte

Il progetto prevede un equipaggio di tre persone che uscirà dall'atmosfera terrestre a bordo di una piccola astronave con un diametro di 4 metri e un'altezza di 10 metri. Una volta in orbita attorno alla Terra, gli astronauti potranno trasferirsi in un veicolo più grande che verrà poi messo in traiettoria verso Marte grazie alla spinta di un razzo propulsore.

I due veicoli resteranno collegati per tutto il viaggio da un cavo d'acciaio della lunghezza di circa 60 metri, e brevi interventi dei propulsori in entrambi i veicoli saranno in grado di farli ruotare attorno ad un centro di gravità.

Così facendo potranno generare gravità artificiale all'interno del veicolo in cui si trovano gli astronauti, creando un habitat simile alla gravità terrestre. Nel corso del viaggio la velocità di rotazione può essere gradualmente ridotta in modo da emulare al meglio le condizioni marziane, dove la gravità è il 40% di quella che abbiamo sulla Terra.

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Secondo gli scienziati questo è un passaggio fondamentale per risparmiare muscoli e ossa ai problemi causati dall'assenza del peso corporeo, a cui gli astronauti della ISS stanno rimediando con esercizio fisico quotidiano. Grazie alla gravità artificiale invece gli astronauti sarebbero in grado di camminare su Marte non appena arrivati.

Gli altri problemi da affrontare riguardano le radiazioni solari e cosmiche provenienti dalle eruzioni solari. Per questo deve essere predisposto uno scudo a protezione dei velivoli e dell'equipaggio. Nel progetto si prendono in esame sia uno strato d'acqua sia magneti superconduttori, in grado di generare una magnetosfera che devii le radiazioni solari e cosmiche (così come fa quella della Terra).

In ogni caso dovranno essere stabilite delle procedure di emergenza da mettere in atto nel caso in cui i satelliti rilevino una tempesta solare. In questo caso è previsto il posizionamento dello scudo termico nella direzione della minaccia. Gli scienziati ammettono tuttavia che anche con queste misure non c'è la garanzia sull'assenza di rischi per l'equipaggio.

Sempre ammesso che si superino tutti questi ostacoli, una volta raggiunta l'orbita di Marte gli astronauti dovrebbero trasferirsi di nuovo sulla navicella più piccola e atterrare sul terreno marziano con l'aiuto di un paracadute. Il gruppo di scienziati propone di programmare la discesa in prossimità dell'equatore, dove dovrebbero esserci condizioni climatiche più miti.

In ogni caso anche durante il soggiorno su Marte ci sarà da affrontare il problema delle radiazioni, perché il Pianeta Rosso non possiede una magnetosfera in grado di proteggere la superficie dai raggi cosmici e solari. La soluzione potrebbe essere quella di interrare parte della navicella per limitarle.