Anonymous attacca Israele e fa danni per 3 miliardi

Anonymous con #OpIsrael manda KO 12 siti istituzionali israeliani e almeno 100mila siti minori. Si stima un danno di 3 miliardi di dollari ma Gerusalemme nega. Al centro della questione il problema palestinese.

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a cura di Dario D'Elia

Anonymous nel weekend ha attaccato i siti governativi di Israele, causando danni per almeno 3 miliardi di dollari. Il governo di Gerusalemme ha negato la portata di #OpIsrael, ma gli hacker sembrano davvero aver colto nel segno.

Si parla del blackout temporaneo di almeno 12 siti istituzionali, inclusi quelli della Polizia, dell'Ufficio del Primo Ministro, delle Autorità di Sicurezza, del Centro di Statistica e del Ministero dell'Immigrazione. Difficile ricordare un danno così grande causato in così poco tempo. Anche perché sarebbero finiti nella trappola almeno 100mila siti minori, 40mila account Facebook e 30mila conti bancari legati a israeliani.

 #OpIsrael

"Finora è come era previsto, non vi è stato alcun danno reale", ha commentato Yitzhak Ben Yisrael del National Cyber Bureau. "Anonymous non ha le competenze per danneggiare le infrastrutture vitali del paese. E se quella era la sua intenzione, allora non avrebbe annunciato l'attacco prima del tempo. Si vuole creare rumore sui media per dare visibilità alle questioni che sono vicino al loro cuore". La scorsa settimana infatti Anonymous aveva annunciato che il 7 aprile avrebbe "distrutto e cancellato Israele dal cyberspazio".

È almeno la seconda volta negli ultimi mesi che Israele viene attaccata dagli hacktivisti. Il tema ovviamente è quello della politica applicata alla questione palestinese e in special modo il trattamento riservato ai palestinesi che vivono a Gaza e nei territori occupati.

 #OpIsrael

"Abbiamo scelto di schierarci ancora una volta dalla parte di un Popolo oppresso, torturato, stuprato nella dignità e nei diritti fondamentali dalla vile mano nazisionista", si legge sul blog ufficiale di Anoymous Italia.

"Il deplorevole governo israeliano continua a bombardare Gaza noncurante della tregua siglata nel mese di novembre 2012. Così, anche noi diamo il nostro contributo scatenando una vera e propria intifada digitale".