Anonymous contro pedofili e petrolieri per salvare il mondo

Anonymous ha preso di mira pedopornografia a aziende petrolifere. Agli occhi degli hacktivisti sono due mali del mondo e vanno combattuti. È così partita la caccia alle identità online, e allo stesso tempo si colpiscono diversi siti web.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Anonymous ha dichiarato guerra alla pedopornografia, con un video che di certo contribuirà a migliorare la reputazione del gruppo verso i molti che ancora non si sono fatti un'idea. Gli hacktivisti hanno infatti avviato l'operazione denominata PedoChat, e pubblicato indirizzi email e IP di centinaia di persone ritenute colpevoli di questo terribile crimine.

"Questi malati sostengono apertamente concetti come l'amore tra uomini e ragazzi. […] Della pornografia infantile spesso si fa mercato e persino foto innocenti prese a caso (parchi giochi, spiagge) sono usate in questo modo. Questo è inaccettabile e non sarà tollerato".

Uno dei bersagli braccati dagli Anonymous

"Noi Anonymous puntiamo a ridurre se non sradicare questa piaga da Internet. Per il bene di chi ci segue, per quello dell'umanità e per divertimento espelleremo dalla Rete e distruggeremo sistematicamente siti di questo tipo che ancora funzionano".

Il messaggio non potrebbe essere più chiaro: Anonymous ha preso di mira la pedofilia, e i loro metodi saranno l'esposizione dell'identità e il blocco dei siti web. Chi vede in questo gruppo dei semplici criminali, o al massimo dei ragazzini annoiati, forse potrebbe cambiare idea alla luce di questi fatti.

Per Anonymous si tratta di affermare dei principi, e anche per questo gli hacktivisti sono vicini ai movimenti di occupazione e protesta attivi in tutto il mondo. Una protesta che chiede più equità sociale, preoccupazione ambientale, sostenibilità e meno dedizione al profitto.

Forse è questo lo spirito che ha portato a un altro attacco, questa volta diretto ad alcune grandi aziende petrolifere, tra cui Shell, Exxon, BP e Gazprom. Anonymous ha sottratto le credenziali di oltre mille utenti dai siti di queste compagnie, pubblicandoli online come di consueto. Alcuni nomi sono stati usati per firmare una petizione online a difesa dei ghiacci artici, non senza una certa ironia.

L'accusa in questo caso è quella di provocare danni ambientali, in particolare lo scioglimento delle calotte polari. Molti dei dati sottratti sono protetti da crittografia, ma con un "esercito" a disposizione non è da escludere che si riesca a forzare la chiave in tempi relativamente brevi; dopotutto abbiamo visto che non è poi così difficile per chi ha competenza e buona volontà.