Anonymous Italia Tango Down: parte la rappresaglia

Anonymous Italia ha rivendicato l'attacco al sito del Tribunale di Roma come rappresaglia contro l'operazione Tango Down. Forse uno degli arrestati di venerdì scorso è davvero un componente del movimento.

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a cura di Dario D'Elia

Ieri Anonymous Italia ha attaccato e affondato il sito del Tribunale di Roma come rappresaglia per l'operazione Tango Down che venerdì scorso ha portato all'arresto di quattro hacker. La Polizia Postale, la Procura di Roma e il Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche sostengono che gli arrestati abbiano approfittato della notorietà del movimento per attaccare siti di aziende per poi offrire consulenza informatica.

Anonymous Italia è stata presa in contropiede. Inizialmente ha confermato indagini interne per fare chiarezza, ma quando è spuntato il nome di un 25enne di Torino qualcuno all'interno ha iniziato a supporre che si potesse trattare di "MadHat" - un componente a quanto pare piuttosto stimato.

Tango Down

"Siamo venuti a conoscenza di un nome appartenente alla lista dei presunti hacker mercenari. Non abbiamo la certezza matematica che J.R. (uno degli arrestati, 25 anni di Torino, ndr) sia MadHat; se fosse davvero lui, intendiamo urlare a tutto il mondo che non ha mai agito in nome del profitto", si legge nel post di Anonymous Italia.

"Urliamo il nostro sdegno e il nostro disprezzo nei confronti dei veri profittatori: coloro che per poche briciole di notorietà infangano uno degli hacktivisti più puri che Anonymous abbia mai avuto. MadHat è sempre stato mosso da ideali profondi, scevri da qualsiasi tornaconto economico/personale. Ha lasciato una parte del suo cuore su Anon, e noi lo teniamo ben stretto. Fratellino, se J.R. sei tu, sappi che siamo con te."

tribunale.roma.it

A questo punto la questione si complica. Con tutti questi nickname, giochi di identità e anonimato difficile scoprire quale possa essere la verità. Se persino Anonymous Italia non sa dire se il venticinquenne sia o meno un suo associato, chi potrà mai affermarlo con sicurezza?

Forse le prove raccolte dal Centro Nazionale Anticrimine Informatico potranno essere utili per risolvere l'enigma. Resta il fatto che il movimento Anonymous sembrerebbe aver subito un duro colpo. La storia dei fratelli che sbagliano forse si ripete.