Anonymous italiani beccati dalla Polizia, tre denunce

Si stringe la morsa della Polizia sulla cellula italiana di Anonymous. Tre denunce in Italia, una in Svizzera e più di 30 perquisizioni.

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a cura di Manolo De Agostini

Gli Anonymous italiani accerchiati dalla Polizia Postale nell'ambito dell'operazione Secure Italy. Secondo quanto si apprende "gli investigatori del Centro Nazionale Anticrimine Informatico della Polizia delle Comunicazioni, coordinati dalla Procura della Repubblica di Roma, hanno denunciato 3 persone, di cui una minorenne, ed eseguito 32 perquisizioni su tutto il territorio nazionale ed 1 in Svizzera, nel Canton Ticino, con l'ausilio della Polizia Cantonale Ticinese".

A capo della cellula di hacker - che tuttavia non dovrebbe avere leader, com'è noto - c'era un ventiseienne italiano, che viveva però in Svizzera, nel Canton Ticino. Il cognome dell'uomo, Frey, era simile anche il suo "nome di battaglia" (Phre), il nickname adottato durante gli attacchi. Nel corso di questi mesi sono finiti nel mirino del gruppo hacker i siti di Eni, Finmeccanica, Poste e Unicredit, ma anche quelli istituzionali come quello del Senato, della Camera dei Deputati, di Palazzo Chigi e dell'AGCOM (Anonymous attacca i siti del PDL e di BerlusconiAnonymous Italy chiama a raccolta contro l'AGCOM).

Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, "le accuse non dovrebbero portare a degli arresti ma da parte dei danneggiati potrebbero ora partire le cause civili. Secondo fonti del ministero degli Interni da oggi é massima allerta: non sono escluse infatti azioni dimostrative da parte degli altri rami internazionali di Anonymous contro il segnale lanciato dal Viminale agli affiliati italiani".

Ricordiamo come, diversamente dall'ex gruppo satellite LulzSec, gli Anonymous hanno sempre sferrato attacchi per ragioni ideologiche e per quanto si sa in questo momento, non sono state trafugate informazioni o dati sensibili dagli attacchi sul territorio italiano. Gli inquirenti hanno tuttavia il compito di accertarlo, partendo da indagini approfondite sui computer degli indagati.

Gli hacker non hanno ancora risposto a questa operazione delle Forze dell'Ordine. L'ultimo messaggio è di questa notte, ed è un'ennesima chiamata alle armi, che incita a passare da Internet alla strada. Potete leggerlo cliccando sull'immagine di seguito:

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Ulteriori dettagli potrebbero arrivare nel corso di una conferenza stampa prevista per oggi alle ore 10:45 presso gli uffici del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni a Roma in via Tuscolana n. 1558.

AGGIORNAMENTO

A margine della conferenza stampa, si apprendono ulteriori dettagli sull'operazione:

"Sono 15 le persone denunciate e 32 le perquisizioni effettuate su tutto il territorio nazionale e in Svizzera, con l'aiuto della polizia cantonale ticinese; decine di computer sequestrati. Tra i denunciati ci sono anche 5 minorenni, il più piccolo dei quali ha 15 anni: uno di questi aveva il compito di fare i cosiddetti penetration test, cioè verificare la reale possibilità di portare a compimento le azioni", si legge sul sito della Polizia di Stato.