Anonymous: petizione per la legalità degli attacchi DDoS

Anonymous si è fatto promotore di una petizione che riconosca agli attacchi DDoS lo status di forma legale di protesta. Sul sito della Casa Bianca c'è uno spazio appositivo per questo genere di iniziative, ma comunque ci vorranno 25mila adesioni entro il 6 febbraio per una valutazione ufficiale.

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a cura di Dario D'Elia

Anonymous ha attivato una petizione sul sito ufficiale della Casa Bianca affinché venga riconosciuto agli attacchi DDoS (Distributed Denial of Service) lo status di forma legale di protesta. La trovata ha lasciato un po' tutto il mondo dei media interdetto. Va bene che Anonymous è una sorta di Idra e che non esiste un "comitato centrale", ma immaginare un movimento anarcoide che bussa alla porta delle istituzioni non si era mai visto.

"Con l'avanzamento della tecnologia Internet, sono arrivati nuovi terreni di protesta. Distributed denial-of-service (DDoS), non è una forma qualsiasi di hacking tuttavia. Equivale a schiacciare ripetutamente il tasto di aggiornamento su una webpage. In questo mondo non è diverso da ogni occupazione per protesta", si legge nella nota introduttiva della petizione.

La petizione

"Invece che un gruppo di persone che stanno fuori da un edificio occupando un'area, si tratta di occupare con i computer un sito per rallentarne (o bloccarne) il servizio per un breve periodo. Come parte di questa petizione, coloro che sono stati incarcerati per DDoS dovrebbero essere immediatamente rilasciati e qualsiasi cosa riguardante DDoS presente sui registri cancellata".

Adesso la petizione avrà tempo fino al 6 febbraio di raccogliere le adesioni di almeno 25mila cittadini. Al momento staziona a quota 851, ma i media non hanno ancora suonato la grancassa sull'argomento. In ogni caso il problema è che la maggioranza della cittadinanza patisce solo gli effetti collaterali negativi degli attacchi DDoS, poiché una banca o un sito di servizi bersagliato blocca per qualche ora o una giornata ogni attività online. Per altro c'è anche un nodo riguardante la sicurezza nazionale: proprio ieri si è scoperto che i recenti attacchi DDoS verso PNC, Bank of America e HSBC sarebbero partiti dall'Iran.

Discernere i "buoni" dai cattivi potrebbe essere davvero complicato.