Antipirateria e brevetti: l'accordo globale super segreto

L'ultima bozza del Trans-Pacific Partnership Agreement trapela grazie a Wikileaks.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

C'è un trattato internazionale, il Trans-Pacific Partnership Agreement, che si sta formando tramite trattative segrete alle quali partecipano rappresentanti di diversi governi. E c'è un capitolo che riguarda Internet, la circolazione del sapere e il diritto di autore.

Si sta cercando di scrivere in segreto regole che poi influenzeranno la vita di tutti noi, ma grazie a Wikileaks una recente bozza dell'accordo è trapelata, e scopriamo così che si addensano nubi di tempesta all'orizzonte. Il documento risale allo scorso agosto, quindi è piuttosto recente.

Difficile da controllare, ma con un po' d'impegno magari ... 

L'esperta Maira Sutton (Electronic Frontier Foundation) afferma che siamo di fronte a "una lista di desideri anti-persona, di politiche pensate per l'industria". Rispetto alla bozza trapelata in precedenza sempre tramite Wikileaks, tuttavia, si nota qualche passo avanti per quanto riguarda la tutela dei diritti dei consumatori.

Per esempio che si vogliono allungare gli anni durante i quali un'opera è protetta da diritto di autore, o un'invenzione da brevetto. Per alcuni osservatori questo è un problema, perché la scadenza del diritto di autore fa sì che una certa opera diventi di dominio pubblico e arricchisca così tutti noi. Altri tuttavia credono che la proprietà intellettuale vada tutelata più a lungo, per ricompensare lo sforzo di chi la crea, o più spesso di chi la acquista.

Il documento affronta poi il tema del Fair Use e del Fair Dealing. La bozza al momento è più flessibile riguardo al passato, per quanto riguarda l'uso di materiali protetti per scopi non commerciali. "Funzionalmente la bozza del TPP crea uno stretto spazio circostanziato nel quale i paesi possono riconoscere diritti di fair use e fair dealing ai propri cittadini", continua Sutton. Per i più strenui difensori delle libertà individuali non è abbastanza, ma è senz'altro un passo avanti.

Il professor Patpending spera in una piena approvazione del TPP

Si torna poi sulla responsabilità degli Internet Provider (ISP), e anche da questo punto di vista le cose sono migliorate. Nella versione di febbraio 2011 si apriva alla possibilità che gli ISP vigilassero sulle attività degli utenti (leggi pirateria) e bloccassero ogni collegamento non autorizzato, altrimenti avrebbero dovuto pagare di tasca propria. Oggi quelle posizioni ci sono ancora, ma è chiaro che c'è disaccordo tra i partecipanti.

Le norme sull'anticirconvenzione riguardano poi le tecniche per aggirare sistemi di protezione elettronici (DRM). Da una parte abbiamo gli Stati Uniti che premono per una criminalizzazione totale, e dall'altra oppositori come il Canada o il Messico. La prima postura sembra quella in vantaggio, e la violazione dei DRM sarebbe tollerabile solo se eseguita da una non profit. Tutti gli altri sarebbero dei criminali, "persino se l'opera in questione non è coperta da copyright".

Una cosa un po' folle, ma sembra più assennata la posizione sulle copie temporanee. La bozza precedente infatti prevedeva di bloccare e sanzionare persino quelle che si creano in una memoria cache o RAM durante la riproduzione di una canzone, ma quest'assurdità è stata cancellata.

Infine ma non ultimo, si rileva uno scontro ancora molto accesso sulla brevettabilità. Gli Stati Uniti – dove hanno sede molte aziende titolari di brevetti – vogliono estendere la durata della copertura e far sì che siano brevettabili piante e animali.

I rappresentanti USA inoltre vogliono mantenere e rafforzare l'approccio attuale, secondo cui un brevetto è rinnovabile anche con modifiche minime. Nel caso di un farmaco basta cambiare un dettaglio ininfluente in una molecola, nel caso del software poche righe di codice, anche se inutili. Per fortuna, da questo punto di cista, Washington sembra aver di fronte un'opposizione piuttosto determinata.

Tutto sommato, il documento è migliorato ma ancora preoccupante: norme più strette sul diritto di autore, più brevetti, più controllo sulla circolazione del sapere e più vincoli alla creatività e all'imprenditorialità – a meno che siano i soliti noti a farlo. È vero che si tratta di una bozza e che ci sono stati dei miglioramenti, ma le storture da correggere sono ancora tante. A cominciare dalla segretezza delle trattative.