Antipirateria incostituzionale? No problem, pagheremo noi

Altroconsumo, Assoprovider e Movimento Difesa del Cittadino (MDC) hanno diffidato l'AGCOM sulla norma antipirateria: sospenderla fino a quando non si esprimerà la Consulta. Gli eventuali risarcimenti sarebbero a carico della collettività.

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a cura di Dario D'Elia

Se la nuova norma antipirateria presenta vizi di costituzionalità che dovranno essere analizzati dalla Consulta perché non è stata ancora sospesa? Se lo domandano Altroconsumo, Assoprovider e Movimento Difesa del Cittadino (MDC), che proprio venerdì hanno inviato una diffida all'Autorità Garante delle Comunicazioni, alla Fondazione Bordoni e alla Sezione Centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato della Corte dei Conti.

In sintesi, dato che il Tar del Lazio ha rinviato la questione alla Corte Costituzionale per valutarne la legittimità, "è opportuno e lecito che l'AGCOM attenda la sentenza della Corte", sostengono le associazioni.

L'attesa del parere della Consulta

"Per Altroconsumo, Assoprovider e MDC, l'attuale formulazione del Regolamento permette l'inibizione dell'attività dell'utente del web senza un previo accertamento della violazione del diritto d'autore da parte dell'Autorità Giudiziaria Ordinaria e questo in contrasto con quanto sancito dalla Giurisprudenza Comunitaria e dalla Costituzione Italiana".

Ora, è evidente che il cittadino ha ben altro a cui pensare ma come giustamente fa notare Altroconsumo l'applicazione delle norme in questo momento rischia di produrre ricadute economiche pesanti sulle nostre tasche.

"I provvedimenti inibitori provocheranno altrettante possibili opposizioni al Tar Lazio degli interessati e un aggravio di lavoro per l'Avvocatura dello Stato, per non parlare del dispendio di denaro e risorse dell'Autorità che ha già disposto il trasferimento di circa 533.958,88 euro alla Fondazione Bordoni per la gestione informatica delle procedure in odore di incostituzionalità", si legge nella nota di Altroconsumo.

"È tutto sedimento sotto il chiacchiericcio e il rumore, il sentimento..."

Come a dire: voi tirate dritto ma l'illegittimità potrebbe costare centinaia di migliaia di euro alle casse dello Stato. "Se la Consulta giudicasse incostituzionale il Regolamento AGCOM, l'Autorità potrebbe essere costretta al risarcimento dei danni da lesione di diritti costituzionalmente tutelati di tutti i soggetti colpiti dagli ordini di rimozione e degli operatori costretti in base alla norma e a proprie spese al blocco dei contenuti", prosegue la nota.

Che AGCOM si fermi in tempo e lasci che la Corte Costituzionale si esprima. Un buon padre di famiglia farebbe così, se si trattasse dei propri soldi.

"La protervia di AGCOM ad andare avanti nonostante la rimessione del suo Regolamento alla Corte Costituzionale evidenzia un disprezzo per il diritto fondamentale dei cittadini alla libertà d'espressione in Rete, nonostante continuino a chiamarla Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni", dichiara Marco Pierani, responsabile relazioni esterne e istituzionali per Altroconsumo.

"È poi inaccettabile lo sperpero di risorse pubbliche, in particolare in questo momento economico, considerato che si tratta di attività a nostro giudizio inutili e anzi dannose per i cittadini ma in ogni caso sub judice, visto che si deve esprimere la Corte Costituzionale".