Antitrust UE ed Explorer, un alleato per Microsoft

L'ACT si schiera al fianco di Microsoft nel procedimento antitrust della Commissione Europea contro l'integrazione in Windows del browser Internet Explorer.

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a cura di Manolo De Agostini

Dopo aver guadagnato una schiera di parti avverse nel procedimento antitrust con l'Unione Europea, Microsoft ha finalmente un alleato. Si tratta della Association for Competitive Technology (ACT), che ha accettato di entrare nel caso come terza parte interessata. Microsoft ha tempo fino al 28 di aprile per rispondere alle rimostranze della Commissione, che l'accusa di aver alterato la competizione tra browser grazie all'integrazione di Internet Explorer nei sistemi operativi Windows.

La ACT non è nuova alle cause che vertono sui monopoli di Microsoft. Anche nel 2004, quando iniziò il processo contro l'azienda di Redmond per l'integrazione di Windows Media Player in Windows, l'ACT si schierò a favore di Microsoft, che però venne sconfitta.

"C'è qualcosa di surreale nell'intero concetto dietro a questo procedimento. Non solo il caso è già stato giudicato negli Stati Uniti, ma Internet Explorer non è più il browser numero uno in Europa e non è dominante", ha affermato l'ACT in un comunicato. "La quota di mercato di IE non conta, quello che ha importanza è il vantaggio dato dall'integrazione in Windows, che lo rende il browser standard su oltre il 90% di tutti i PC", ha affermato una persona, anonima, vicino alla divisione antitrust della Commissione.

Secondo l'ACT l'azione della Commissione potrebbe "danneggiare gli sviluppatori che lavorano sulla piattaforma Microsoft".

"Il codice compreso in Internet Explorer integra funzionalità che molti sviluppatori sfruttano attraverso le API. Rimuovendo questo codice, molti sviluppatori potrebbero essere costretti a riscrivere e ritestare le loro applicazioni".

Tra le decisioni al vaglio della Commissione, lo ricordiamo, c'è una lista di browser tra cui scegliere durante la prima installazione del sistema operativo, oppure la Commissione potrebbe chiedere ai produttori di PC di scegliere un browser altro a IE da installare sui nuovi computer.