Apple bastonata dal Consiglio di Stato, ora le tocca pagare 900mila euro

Il Consiglio di Stato ha respinto l'appello di Apple nei confronti dell'ultima sentenza del TAR legata alla multa Antitrust per pratica commerciale scorretta.

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a cura di Dario D'Elia

Apple sarà costretta a pagare quei 900.000 euro di multa comminati dal Garante del Mercato nel 2011. L'ultima speranza di evitare l'esborso "per pratica commerciale scorretta" è evaporata il 17 novembre, quando il Consiglio di Stato ha respinto l'ultimo appello dell'azienda contro la sentenza del TAR del Lazio risalente al 2012.

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Il tema della vicenda, come molti ricorderanno, riguarda la confusione alimentata da Apple (in passato) nello spiegare la garanzia obbligatoria e quella a pagamento opzionale applicate ai prodotti. In pratica anche il Consiglio di Stato ha ribadito che l'azienda avrebbe dovuto esplicitare meglio i diritti di garanzia e la loro durata biennale. Non farlo ha comportato una pratica commerciale scorretta, poiché il servizio "Apple Care" (estensione a pagamento) lasciava intendere la copertura anche del secondo anno spettante per diritto.

In sintesi sembrava che Apple concedesse solo il primo anno di garanzia per legge e il resto a pagamento. Pregiudicando il principio di tutela del consumatore previsto dalle norme italiane ed europee.

Il caso Apple è stato importante anche perché ha svelato i limiti della normativa vigente. Sebbene vi sia una battaglia di interpretazione in atto tra associazioni dei consumatori e aziende tutti riconoscono che quando si parla di garanzia obbligatoria di due anni bisogna tirare in ballo i difetti di conformità. Ovvero quelli originari del prodotto, non quelli sopravvenuti. Ben altra cosa è invece la garanzia commerciale che riguarda il buon funzionamento del prodotto.

In pratica il primo anno per legge il consumatore è praticamente coperto da ogni problema. Gode sia della garanzia commerciale che quella legale, dove di fatto la prima è più "risolutiva". In caso di malfunzionamento, a prescindere dalla genesi, il problema viene risolto. Nel secondo anno la legge prevede solo la garanzia legale, ma alcune aziende nel tempo (per scelta marketing) hanno deciso di andare oltre il difetto di conformità e coprire di fatto ogni problema. 

Per approfondire ulteriormente il tema leggere "La garanzia legale e il difetto di conformità".