Apple ieri ha annunciato di aver registrato l'ennesimo record di fatturato legato all'App Store. Come se non bastasse ha ufficializzato ai membri di iTunes Connect – per lo più fornitori di servizi e app - il cambio dei listini delle applicazioni che in Italia si sta traducendo in diffusi rincari.
La doccia fredda comunque colpirà alcuni paesi UE, Canada, Norvegia e Russia per motivi diversi. Si parla infatti di una conseguenza, a seconda dei casi, delle variazioni di IVA, tassi di cambio e novità fiscali.
La lettera di Apple
Da rilevare ad esempio che dal primo gennaio 2015 è entrata in vigore una normativa UE che stabilisce per software, servizi online e app che l'IVA venga calcolata e pagata nel paese dove viene effettuato l'acquisto, non più dove risiede il venditore. Se l'anno scorso sull'App Store si poteva godere del vantaggio dato dalla residenza lussemburghese di Apple (15% di IVA), adesso subiamo gli effetti collaterali della nostra imposta del 22%.
Ciò che era disponibile a 0,89 euro ora viaggia sugli 0,99 euro, mentre le app a 1,79 euro ora costano circa 1,99 euro. Insomma, tutto si sta riposizionando sugli 1,99, 2,99 e 3,99 euro.
In ogni caso durante la prima settimana di gennaio, l'App Store ha registrato un nuovo record di fatturato: clienti di tutto il mondo hanno speso quasi mezzo miliardo di dollari "e il Capodanno 2015 è stato il giorno più significativo per le vendite nella storia dell'App Store".
"Questi importanti traguardi arrivano dopo un 2014 da record, in cui il fatturato è aumentato del 50% e le app hanno generato entrate per oltre 10 miliardi di dollari per gli sviluppatori", si legge nella nota ufficiale. "Ad oggi, gli sviluppatori dell’App Store hanno guadagnato un totale di 25 miliardi di dollari derivanti dalla vendita di app e giochi"