Apple cura poco la nostra privacy, ma gli altri?

Electronic Frontier Foundation ha appena pubblicato uno studio su come i grandi dell'informatica trattano i nostri dati e su quanto siano disposti a difenderli dalle richeste esterne.

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Come sappiamo la nostra privacy con internet, smartphone, malware ed account violati è sempre a costante rischio. Ma cosa fanno le grosse aziende dell'IT coi nostri dati? Electronic Frontier Foundation, l'organizzazione per la difesa dei diritti digitali e della libertà in Internet,  ha appena pubblicato la ricerca "Who has your back" che svela come grossi fornitori di tecnologie trattino "gli affari nostri" di fronte alle richieste dei governiIl rapporto ha esaminato i termini di servizio, la trasparenza e la privacy per gli utenti, le politiche di sensibilizzazione o di difesa dell'utenza, assegnando o meno una stella per ciascuna categoria analizzata. 

Veniamo così a scoprire come Apple faccia un pessimo lavoro per la difesa della nostra privacy: ad esempio non richiede un mandato per fornire i nostri dati ad un governo o ad una indagine che ne faccia richiesta, non pubblica relazioni di trasparenza, non combatte per i nostri diritti nei tribunali e non informa gli utenti che ci sono richieste in atto nei loro confronti da parte di terzi. Apple, così come AT&T, si salva ottenendo una singola stella solo per aver partecipato al Digital Due Process, collaborando in una coalizione di avvocati per la difesa della privacy. 

Fa un certo effetto vedere servizi come Myspace con zero stellette. Considerato quanti dati personali raccoglie, è davvero pazzesco che non promuova alcuna iniziativa a difesa degli stessi. Congratulazioni, invece, a Twitter, Google, Linkedin e gli altri che almeno dimostrano interessamento al tema. 

Altri grossi nomi come MySpace o Verizon non hanno preso nemmeno una stella; Yahoo fino ad ora si è limitata a difendere la privacy nei tribunali (una sola stella), un po' come Amazon, anch'essa partecipante nella DDP con Apple (due stelle), ma pronta a fornire senza richiesta di mandato i nostri dati a qualsiasi governo.

Tra i virtuosi invece troviamo Twitter, che si aggiudica tutte le stelle, mentre Google, Dropbox e  LinkedIn se ne aggiudicano cinque su sei. Nel mezzo troviamo Microsoft e WordPress con quattro stelle, mentre Facebook se ne aggiudica soltanto tre. Se volete dare uno sguardo alla lista potete visitare questo indirizzo.