Apple e gli editori fanno cartello sui listini e-book?

Il Dipartimento di Giustizia USA è a un passo dal denunciare Apple e cinque editori importanti per violazione delle norme antitrust. Il modello di business basato su revenue share sfavorisce la concorrenza.

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a cura di Dario D'Elia

Apple e i cinque più grandi editori statunitensi hanno fatto cartello sui prezzi degli e-book. Il Dipartimento di Giustizia ne è così certo che sarebbe a un passo dall'avvio della causa, secondo indiscrezioni intercettate dal Wall Street Journal. Ne avevamo già parlato a dicembre (Apple ed editori e-book: accordo diabolico sotto indagine). Al centro della questione il sistema di "intermediazione" introdotto da Apple con il rilascio dell'iPad  nell'aprile 2010.

Un tempo gli e-book venivano venduti come ogni altro prodotto: gli editori stabilivano un prezzo all'ingrosso (50% del prezzo al dettaglio consigliato) e le librerie quello finale. Con l'avvento dello store Appple si è passati a un modello di business basato su revenue share (30% per la mela) che di fatto ha lasciato agli editori libertà di listino. E così i distributori alternativi, come ad esempio Amazon, si sono ritrovati a dover accettare nuove politiche tariffarie che hanno ingessato il mercato.

iBookstore

Simon & Schuster Inc (CBS Corp.), Hachette Book Group (Lagardere SCA), Penguin Group USA (Pearson PLC), Macmillan (Verlagsgruppe Georg von Holtzbrinck GmbH) ed  HarperCollins Publishers Inc. (News Corp.) rischiano di essere travolte dallo scandalo e finire sul banco degli imputati

Il Dipartimento di Giustizia infatti sostiene che gli accordi tra Apple e gli editori abbiano contribuito alla realizzazione di un vero e proprio cartello. William Lynch, AD di Barnes & Noble, avrebbe testimoniato che l'abbandono del modello tariffario basato su agenzia (come in passato) potrebbe effettivamente avvantaggiare un singolo attore, incrementando le sue quote di mercato.

Il problema è che persino gli editori si trovano con le mani un po' legate poiché i contratti Apple non consentono di diversificare le strategie commerciali: sull'iBookstore bisogna offrire il prezzo più basso presente su tutta la Rete. Insomma, impossibile contrattare prezzi all'ingrosso diversi con le altre librerie.

Una delle soluzioni potrebbe essere quella di salvare il vecchio modello di business consentendo alle librerie di applicare sconti. Per altro si potrebbe giocare anche con i tempi di rilascio delle edizioni digitali.

Insomma, vi sono ancora molte possibilità da esplorare prima di giungere a un'eventuale denuncia e sentenza.