Apple elude 74 miliardi di tasse, oggi Cook alla sbarra

Un'indagine parlamentare ha stabilito che fra il 2009 e il 2012 Apple ha eluso 74 miliardi di tasse. I senatori sono sul piede di guerra e oggi Cook dovrà presentarsi al Congresso per difendersi dalle accuse.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Apple ha eluso tasse per 74 miliardi di dollari. È questa la conclusione a cui è giunta la sottocommissione permanente di indagine del Senato americano. Tutto ruota sempre attorni agli escamotage fiscali noti come "sandwich olandese" e "raddoppio irlandese". 

L'indagine statunitense ha scoperto, per esempio, che la sede irlandese di Apple nel 2011 ha incassato 22 miliardi di profitti, su cui ha pagato lo 0,05% di tasse. L'Irlanda applica già aliquote per le aziende più basse rispetto agli Stati Uniti (12% contro il 35% degli USA), ma Apple ha negoziato un'aliquota inferiore al 2%.

Apple maestra della finanza creativa

Il senatore democratico Carl Levin ha quindi concluso che "Apple non si accontenta di spostare i suoi profitti nei paradisi fiscali offshore, cerca l'esenzione totale". Gli fa eco il repubblicano John McCain, secondo cui "Apple è uno dei più grandi elusori fiscali d'America".

Oggi Tim Cook dovrà presentarsi al Congresso per rispondere delle accuse. Secondo la documentazione ufficiale ribadirà che "Apple è uno dei maggiori contribuenti americani, avendo pagato in tasse federali sul reddito circa 6 miliardi di dollari nell'esercizio fiscale 2012". ''Non usiamo trucchi fiscali'' affermerà Cook.

Oggi Cook risponderà alle accuse in Congresso

L'AD spiegherà di essere favorevole a "un esame obiettivo delle norme fiscali americane, che non hanno tenuto il passo con l'era digitale e con i rapidi cambiamenti dell'economia globale''. In un'intervista al Washington Post ha poi spiegato di voler presentare una proposta per "l'estrema semplificazione" delle imposte per incoraggiare le aziende a riportare negli Stati Uniti i profitti generati all'estero, in modo da reinvestirli nella creazione di posti di lavoro e nella ricerca e sviluppo.

Intanto ad aprile ha annunciato obbligazioni per 17 miliardi di dollari, un modo per evitare il rimpatrio dei capitali all'estero e sui quali dovrebbe pagare le tasse. Evviva la finanza creativa.