Apple, l'ispezione nelle fabbriche diventa un reality show

I rappresentanti della Fair Labor Association hanno cominciato a esaminare gli stabilimenti Foxconn, e poi passeranno agli altri fornitori Apple. L'obiettivo è migliorare le condizioni dei lavoratori, ma per alcuni è una colossale operazione di marketing.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Ieri gli esperti della Fair Labor Association hanno cominciato a esaminare gli stabilimenti cinesi dove si fabbricano i prodotti Apple. È la diretta conseguenza dell'accordo stipulato tra l'associazione e l'azienda il mese scorso, e che dovrebbe portare presto a rapporti sulle condizioni di lavoro presso Foxconn, Pegatron (quest'ultima tra l'altro ha affermato di non essere stata informata delle ispezioni) e altri. Una notizia da prendere cum grano salis e molta prudenza.

C'è per esempio il fatto che Apple ha mandato un comunicato stampa in contemporanea mondiale a praticamente ogni testata esistente - un comportamento perlomeno inusuale da parte dell'azienda di Cupertino. Probabilmente la dirigenza vuole assicurarsi che questa iniziativa abbia la stessa copertura mediatica che hanno avuto le inchieste nel New York Times (Perché Apple progetta in California e produce in Cina? e Apple produce in Cina perché costa meno, ed è complice) e della CNN (Addio iPad, meglio studiare che un posto fisso in Foxconn). Racconti crudi sulle dure condizioni in cui vivono gli operai che producono iPad e simili.

Fair Labor Association

Denunce a cui Apple aveva già risposto, affermando la propria profonda preoccupazione per l'argomento. E oggi l'azienda torna a far parlare di sé. L'obiettivo non potrebbe essere più chiaro: riparare al danno d'immagine creato nelle scorse settimane, che ha persino portato alcuni consumatori a chiedere all'azienda un iPhone 5 etico.  

Nulla di male da parte dell'azienda, che fa quello che ci si aspetta da una corporation. Un po' meno "normale" invece pubblicare (e leggere) articoli che ricalcano il comunicato di Apple raccontando solo una faccia della medaglia; certo, l'azienda di Cupertino è probabilmente quella più impegnata da questo punto di vista, ma con ciò non si può cancellare con un colpo di spugna quanto emerso nelle scorse settimane.

E di certo mettere le cose in prospettiva non riduce l'importanza enorme delle ispezioni svolte dalla Fair Labor Association. "Riteniamo che i lavoratori in ogni parte del mondo abbiano diritto a un ambiente di lavoro sicuro ed equo, ed è per questo che abbiamo chiesto alla FLA di valutare in maniera indipendente le performance dei nostri maggiori fornitori," ha dichiarato Tim Cook, CEO di Apple. "Le ispezioni attualmente in corso non hanno precedenti nel settore dell'elettronica, sia per scala che per portata", ha poi aggiunto il dirigente, forese pensando alla lettera aperta che gli è stata recapitata qualche giorno fa.  

Si comincerà da Foxconn in questi giorni, e verso la fine della primavera gli ispettori passeranno a Quanta e Pegatron, per poi passare dalla produzione all'imballaggio. Il metodo d'indagine applicato sarà quello dei colloqui con i lavoratori, delle ispezioni nelle strutture produttive e negli alloggi, e dell'analisi della documentazione. I fornitori di Apple si sono impegnati a garantire accesso illimitato a tutte le proprie operazioni, e i primi risultati sono attesi all'inizio di marzo sul sito dell'associazione.

Lavorare in Foxconn, sogno per alcuni e incubo per altri

La risposta di Apple alle critiche quindi è stata almeno veloce. Resta da vedere se sarà anche efficace, e le voci critiche si sono già fatte sentire. Sarah Ryan di Change.org per esempio ha ricordato che i metodi della FLA sono "circondati di controversie in termini di efficacia e obiettività", mentre Taren Stinebrickner-Kauffman di SumofUs.org ha detto a Wired che "speriamo che questo sia un passo nella giusta direzione, ma non si avvicina nemmeno alla soluzione. La FLA non ha dei gran precedenti per quanto riguarda il condurre indagini credibili".

Proprio così. Per alcuni il partner scelto da Apple è piuttosto un'estensione delle pubbliche relazioni aziendali, tanto che esiste persino un sito dedicato a tenerlo d'occhio, che si chiama FLA Watch.

La FLA non è degna di fiducia?

Di certo è legittimo dubitare sull'utilità delle indagini, degli audit come strumenti per migliorare la cosa, ma si può star certi del fatto che servono per migliorare l'immagine di un'azienda presso i propri clienti. Sembra però che stavolta Apple abbia scelto un partner che si è già fatto terra bruciata intorno. "In altre parole, la FLA è un'agenzia informativa, non d'azione. I cambiamenti per i lavoratori Foxconn possono arrivare solo dalla Foxconn stessa, dal governo cinese o da Apple", scrive Christina Bonnington.

"Nella migliore delle ipotesi questo è un buon primo passo", conclude Stinebrickner-Kauffman, "nella peggiore, l'inizio di una campagna per ripulirsi l'immagine".