Apple, ottimo risultato fiscale per il 2008

Abbiamo dato un'occhiata ai risultati dell'intero anno fiscale di Apple, scoprendo che l'azienda è andata piuttosto bene, in tutti i settori.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Apple, a differenza di altre compagnie, pubblica i dati fiscali annuali separatamente da quelli del quarto quadrimestre, di cui abbiamo parlato recentemente. I dati dell'anno fiscale 2008, infatti, sono stati diffusi lo scorso 5 novembre, e mostrano una crescita del 35%, rispetto all'anno precedente.  

Le vendite ammontano a 32,5 miliardi di dollari, rispetto a 24 miliardi del 2007. La conseguenza più diretta è che, in 4 anni, la liquidità di Apple è passata da 5,5 a 24,5 miliardi di dollari, nove dei quali sono stati aggiunti solo tra il 2007 e il 2008.

Non è tutto oro quello che luccica, in ogni caso. I ricavi lordi, infatti, sono andati costantemente a scemare, e ci si aspetta un calo del 30% nel 2009.Apple ha venduto 9,75 milioni di Macs nel 2008, circa 7 milioni nel 2007 e 5,3 milioni nel 2006, con una crescita del 38 e del 33 percento, rispettivamente.

I portatili hanno rappresentato il 62% delle vendite, per entrambi gli anni fiscali, il che dimostra la solidità delle vendite dei MacBook, che fanno sempre segnare crescite a due cifre.

 

La crescita annuale dell'iPod è calata fino al 6%, ma i numeri sono ancora del tutto rilevanti, con 54,8 milioni di unità contro i 51,6 del 2007, o i 39,4 milioni del 2006.

I Mac rappresentano ancora l'ingresso più sostanzioso, 14,3 miliardi di dollari, il 38% in più del 2007, mentre due anni prima era l'iPod il principe di Cupertino.

Apple ha goduto del successo dell'iPod Touch, che ha spinto gli introiti netti per unità.

 

È lecito pensare che, in futuro, i dispositivi mobili Apple andranno sempre meglio. Se così tanti clienti sono stati disposti a sborsare quanto richiesto per l'iPod, quanti decideranno di comprare l'iPhone, specialmente ora che, verosimilmente, i prezzi caleranno? A quanto pare molti.

L'iPhone è uno dei prodotti con il più alto tasso di crescita, e che, di conseguenza, potrebbe polverizzare i record fatti segnare dall'iPod e, magari, andare a sostituire anche i PC low-cost.

 

Forse è per questo che Tony Fadell, "padre" dell'iPod, lavorerà per Steve Jobs in qualità di consulente, a dispetto delle sue dichiarazioni, che lo vedevano occupato a prendersi cura di moglie e figli. D'altra parte 300.000 mila dollari l'anno possono essere una buona ragione.

Le vendite al dettaglio di Apple mostrano una crescita costante, come dimostra il fatto che sono stati aperti ben 50 nuovi negozi nel mondo, per un totale di 247. Il segmento della vendita al dettaglio è cresciuto di 875 milioni di dollari nel 2007, e di 1,3 miliardi di dollari nel 2008.

Ecco qualche dato, per area geografica:

  • Americhe: iPhone, iPod Touch, portatili ed iTunes hanno rappresentato le voci più rilevanti. Le vendite nette sono aumentate del 30%, in particolare grazie ai MacBook. Gli acquirenti americani hanno rappresentano il 45% delle vendite per l'anno fiscale 2008, rispetto al 48% del 2008. Mano a mano che l'iPhone si diffonde, crediamo che gli Stati Uniti rappresenteranno una voce sempre minore.
  • Europa: le vendite di MacBook ed iMac, insieme a iPhone e iTunes hanno fatto crescere le vendite del 40%. iTunes in particolare ha fatto segnare un +79%.
  • Giappone: nel paese del Sol Levante Apple ha fatto segnare un +39%, dovuto alla domanda di iMac, iPod, portatili e alle vendite su iTunes. Il mercato giapponese ha accolto bene l'iPod nano e il Touch. Bene anche i Mac.
  • Asia e Pacifico: I portatili, gli iMac e itunes, ancora una volta, sono protagonisti. Lo store online è cresciuto del 109%, e i ricavi netti del 52%

 

Anche le vendite nel settore educativo, negli Stati Uniti, continuano crescere, così come gli investimenti nel settore Ricerca e Sviluppo, cresciuti del 42%. Quest'ultima voce, però, diventa pari a zero se messa in relazione con gli introiti netti.

Guardando al futuro, Apple, come molte aziende IT, dovrà affrontare molti rischi, legati ad una situazione globalmente difficile e incerta. Quel che è certo, o quasi, è che il prossimo periodo natalizio sarà meno allegro, per chi vende prodotti non essenziali.