Apple: siamo sinceri, solo un idiota ci crederebbe

Gli avvocati che difendono Apple sono riusciti a trasformare una causa poco interessante in un caso mediatico, depositando un documento che insulta gran parte dei consumatori.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Apple sostiene che i propri annunci non mentono, ma anche che "nessuna persona ragionevole" prenderebbe per vero quello che dicono.

Tutte le aziende, prima o poi, si trovano a dover affrontare le lamentele dei clienti; e tutte, prima o poi, vedono queste lamentele finire in tribunale.

Il caso di Apple non è diverso: è stata citata diverse volte, perché l'iPhone 3G non funziona esattamente come dicevano le pubblicità. Apple, come qualunque altra azienda, si è mossa per arginare i danni, e nella maggior parte dei casi ci è riuscita.

Alcuni casi, però, finiscono diversamente. W. Gillis, un settantenne di San Diego ha fatto causa (pdf) ad Apple, perché "l'iPhone 3G non è veloce il doppio del suo predecessore", come faceva intuire la pubblicità. Una situazione come tante, se non fosse per una risposta decisamente poco azzeccata.

 

Apple ha affidato la sua difesa ad uno studio legale, che ha redatto un documento (pdf) che si potrebbe definire standard, se non fosse per un'affermazione che si legge a pagina 5: "le richieste del querelante sono inficiate dal fatto le dichiarazioni erano tali che nessuna persona avrebbe potuto ragionevolmente credere o prendere le affermazioni di Apple per vere".

In altre parole, i nostri annunci non mentono, ma se ci credi sei un imbecille, come recita il titolo di Wired su questo argomento.

Michael Rott, l'avvocato di Gills, sostiene che questa causa "ha argomenti più forti delle altre" e che "se Apple avesse avuto la possibilità di uscirne, lo avrebbe fatto anche in questo caso".

Apple, da parte sua, è consapevole dei problemi dell'iPhone, ed è costantemente al lavoro per ridurli. A quanto pare, però, gli sforzi non sono mai abbastanza.Resta il fatto che la scelta delle parole, da parte degli avvocati dell'azienda, è decisamente infelice, e certamente non favorirà la sua posizione legale.

Curiosamente Gills e il suo avvocato Rott non suono nuovi a questo genere di cause: nel 2004 sono riusciti a portarsi a casa un iPod per il cliente e 7500 dollari per l'avvocato, come ricorda AppleInsider.

I problemi di Apple, tra l'altro, non si fermano agli Stati Uniti. Pochi giorni fa l'Organo di Controllo inglese ha bloccato un annuncio televisivo, bollandolo di ingannevole. Anche in questo caso il pomo della discrodia sarebbe la velocità di navigazione. Giudicatelo voi stessi.