Apple vara l'operazione trasparenza sui diritti dei lavoratori

Apple consentirà alla Fair Labor Association di valutare le strutture dei propri fornitori, le condizioni di lavoro e permetterà la pubblicazione di report sul Web. L'azienda ha anche reso nota la lista dei propri partner e un rapporto sui problemi esistenti e sui progressi fatti nel riconoscimento dei diritti dei lavoratori.

Avatar di Manolo De Agostini

a cura di Manolo De Agostini

Apple a cuore aperto. La casa di Cupertino entra nella Fair Labor Association, ed è la prima azienda tecnologica a farlo. La FLA è un'organizzazione non-profit che si occupa della tutela della dignità dei lavoratori.

Un passo non da poco, non tanto perché l'azienda di Cupertino ha sinora tenuto un profilo da servizi segreti, quanto perché consentirà a un'associazione indipendente di valutare le strutture dei propri fornitori e permetterà che i riscontri siano pubblicati sul Web. La Mela s'impegna a mettere in atto i contenuti del codice di comportamento sul posto di lavoro della FLA lungo tutta la catena dei fornitori, e a seguire i principi di lavoro e approvvigionamento dell'associazione.

"Abbiamo riscontrato che Apple prende seriamente la responsabilità dei propri fornitori", ha dichiarato Auret van Heerden, presidente e amministratore delegato della FLA. "Accogliamo con favore l'impegno di Apple verso una maggiore trasparenza e un controllo indipendente, e speriamo che la sua partecipazione stabilirà un nuovo standard nell'industria elettronica".

"Siamo estremamente orgogliosi di essere la prima società tecnologica ammessa nella FLA", ha affermato Jeff Williams, vicepresidente senior per le operazioni di Apple. "L'anno scorso abbiamo effettuato oltre 200 verifiche presso le strutture dei nostri fornitori in tutto il mondo. Con il beneficio della nostra esperienza e degli esperti della FLA, continueremo a promuovere miglioramenti per i lavoratori e garantire una trasparenza ancora maggiore nella nostra catena di montaggio".

In contemporanea con l'annuncio, Apple ha reso noto il suo report annuale riguardo la responsabilità di controllo sui propri fornitori. L'edizione 2012 è ancora più ampia, con 229 controlli totali effettuati, che hanno stilato un quadro incoraggiante: il lavoro minorile è stato significativamente ridotto tra i fornitori, e non sono state riscontrate tracce evidenti che l'assunzione dei minori sia una pratica comune.

Tim Cook, amministratore delegato di Apple, ha inviato un'email ai propri dipendenti, annunciando quanto divulgato e reiterando l'impegno dell'azienda verso pratiche di lavoro civili ed eque tra i fornitori. 

Cook ha affermato che il programma di responsabilità ha portato a "notevoli miglioramenti nelle pratiche di assunzione" tra i fornitori e che l'azienda non ha "riscontrato lavoro minorile presso i nostri fornitori nella catena di assemblaggio finale, e non ci fermeremo fino a quando il numero non sarà ovunque pari a zero".

"Abbiamo anche usato la nostra influenza per migliorare in modo sostanziale le condizioni di vita per le persone che realizzano i nostri prodotti. Apple ha stabilito un nuovo standard tra i fornitori che offrono case ai dipendenti, in modo da assicurare che i dormitori siano confortevoli e sicuri. Per soddisfare le nostre esigenze, molti fornitori hanno rinnovato i loro dormitori o ne hanno costruiti dei nuovi".

"Ho speso un sacco di tempo nelle fabbriche nella mia vita e siamo chiaramente leader in questo settore", ha dichiarato Cook al Wall Street Journal. "È come l'innovazione nei prodotti. È possibile concentrarsi sulle cose che fanno da barriera o concentrarsi su scalare l'ostacolo o ridefinire il problema".

E se i risultati sono incoraggianti, non si può dire che tutto sia perfetto. Anzi. In 93 impianti è stato riscontrato un eccesso del limite di ore lavorate settimanalmente, sessantotto fabbriche non fornivano i benefit imposti dalla legge mentre, 49 non pagavano le ferie e 108 fabbriche non pagavano gli straordinari. E soprattutto, come fa notare Business Insider, ci sono stati casi in cui i prodotti Apple sono stati realizzati da tredicenni, che hanno lavorato anche per 16 ore al giorno a 70 centesimi di dollaro l'ora.

Sono tanti i problemi da risolvere e i recenti incidenti nelle linee di produzione dei prodotti della Mela non si possono ignorare. Certo, gli imprevisti sono all'ordine del giorno, ma è incoraggiante sapere che Apple non li sta ignorando.

Apple ha anche pubblicato la lista quasi completa (il 97%) dei fornitori. Da notare l'assenza di Corning, produttrice del Gorilla Glass. C'è un dibattito aperto sull'uso o meno di questo vetro nei prodotti della Mela e la recente biografia di Steve Jobs, in cui si parla chiaramente del rapporto tra  le due aziende, ha sollevato ulteriore clamore su questo punto. Tuttavia ci risulta (fonte New York Times) che Corning abbia un contratto con un'azienda intermediaria, che si occupa di rifinire il vetro. Per cui non c'è un vero rapporto diretto tra le due aziende, anche se effettivamente esiste.

Infine, segnaliamo che Apple ha aggiunto iPhone e iPad alla sua iniziativa di riciclo dell'hardware in Francia, Germania e Regno Unito, espandendo il programma per la salvaguardia dell'ambiente. In questi paesi l'azienda ritirava già MacBook, iPod e iMac. Apple ha anche chiesto al fornitore di cavi Volex di spendere fino a 6 milioni di dollari nella riprogettazione delle linee di produzione per eliminare le sostanze alogene dai cavi USB dei propri prodotti.