Architetti europei ottimisti sulla crescita mondiale

La ricerca 20|20 Vision di Epson rivela che gli architetti italiani prevedono opportunità di crescita a livello sia locale che globale nonostante un aumento della concorrenza da qui al 2020

Avatar di Epson

a cura di Epson

Sebbene le previsioni di crescita del mercato europeo siano pessimistiche, un'indagine commissionata da Epson, azienda leader nel campo delle tecnologie di imaging e stampa, ha rivelato che, a giudizio di diversi studi di architettura in Italia, Spagna, Francia, Germania e Regno Unito, nel corso del prossimo decennio si assisterà in Europa a un aumento della domanda di servizi in questo settore.

L'indagine Epson 20|20 Vision [1], - basata su 500 interviste telefoniche approfondite a piccoli, medi e grandi studi di architettura in Italia, Spagna, Francia, Germania e Regno Unito - ha analizzato il mercato europeo dell'architettura di qui al 2020, nonché i requisiti aziendali, professionali e tecnologici necessari per costituire e consolidare uno studio di architettura di successo.

Malgrado il quadro economico critico che incide sulla fiducia del mercato e sui finanziamenti all'architettura, oltre la metà degli architetti italiani continua a guardare positivamente alle prospettive di crescita del settore, sia a livello locale che a livello mondiale.

La ricerca indipendente ha infatti rivelato che, sebbene il 52% degli studi di architettura italiani operi attualmente in Italia, ben il 48% segue anche progetti in altri paesi europei (la percentuale più alta tra i paesi coinvolti nell'indagine) e il 12% si occupa attualmente di progetti internazionali. Gran parte degli architetti italiani (l'81%) prevede che di qui al 2020 le richieste di servizi giungeranno essenzialmente dall'Europa occidentale, il 43% si attende un aumento della domanda da parte della committenza nordamericana e il 46% un incremento di quella dell'Europa centrale e orientale.

Nonostante la crescita prevista a livello di committenza locale e americana, per essere davvero concorrenziali in futuro gli architetti guardano ai mercati economicamente più forti e in fase di sviluppo. Gli architetti italiani intendono spingersi fuori delle aree geografiche in cui tradizionalmente operano cercando di aggiudicarsi progetti soprattutto nell'Europa centrale e orientale (46%), nel centro America (42%) e nell'Asia orientale (41%).

I risultati dell'indagine Epson 20|20 Vision sono stati discussi in un recente think tank, una riunione di esperti cui hanno partecipato noti architetti quali il Professor Antonello Stella dell'Università di Ferrara (Italia), Claudi Aguilo di dataAE (Spagna), Olivier Celnik di Z.Studio (Francia), Ben Dieckmann dello studio di architettura Ingenhoven (Germania) e Sir Nicholas Grimshaw dello studio omonimo (Regno Unito).

"Attualmente in Italia vi sono ben 147.000 architetti: con tutta questa concorrenza, l'ottimismo deve essere proprio una caratteristica nazionale!" dichiara il Professor Antonello Stella dell'Università di Ferrara. "Gli architetti italiani devono andare laddove c'è crescita - in Asia, e forse, in futuro anche in Africa. Non si tratta solo di un'opportunità, ma di un fattore essenziale per rimanere in attività e prosperare. Agli architetti italiani, e soprattutto alle giovani leve, consiglio di viaggiare, viaggiare e ancora viaggiare".

Pur prevedendo buone opportunità di crescita, gli studi europei devono allo stesso tempo affrontare una concorrenza in evoluzione. Non c'è da meravigliarsi quindi che oggi per gli architetti italiani la concorrenza principale provenga dalle aree in cui esistono anche le maggiori potenzialità: Europa occidentale e America settentrionale. Tuttavia, negli otto anni che ci separano dal 2020, tale fenomeno dovrebbe diminuire e lasciar spazio a una concorrenza ancora più agguerrita da parte di Asia e Oceania.

Benché la situazione economica non sia delle più rosee, il 39% degli architetti italiani dichiara che per vincere la concorrenza, a livello sia locale che internazionale, occorre farsi conoscere come autori di una progettazione ecosostenibile. E per rimanere competitivi nel tempo è importante modernizzare le proprie infrastrutture tecnologiche al fine di migliorare la qualità di progettazione e il processo di partecipazione alle gare d'appalto.

Diversificazione e collaborazione sono temi decisivi per la crescita, in particolare nei prossimi 5-10 anni. È significativo che il 50% degli architetti italiani dichiari di dover diversificare l'attività per compensare in qualche modo la diminuzione dei carichi di lavoro nei principali settori e aree geografiche in cui opera, mentre il 45% intenda collaborare con altre aziende per aumentare le proprie prospettive di crescita.

Renato Sangalli, Business Manager ProGraphics  di Epson Italia, commenta: "L'indagine Epson 20|20 Vision evidenzia le pressioni economiche e concorrenziali a cui sono soggetti gli architetti italiani e la loro volontà di estendere le proprie competenze per aggiudicarsi progetti internazionali. Per essere davvero competitivi occorre puntare su eco-specializzazione, diversificazione e collaborazione internazionale. Nel complesso le prospettive sono positive e offrono un buon potenziale di crescita."