Assoprovider: cittadini proprietari dell'ultimo miglio

Assoprovider, l'associazione dei provider indipendenti, propone al Ministro dello Sviluppo di consentire ai cittadini di acquistare i rispettivi accessi di rete per finanziare il Next Generation Access Network.

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a cura di Dario D'Elia

I provider indipendenti italiani, rappresentati da Assoprovider, propongono di consentire ai cittadini di acquistare l'ultimo Miglio di pertinenza del proprio immobile. In pratica con un esborso stimato in circa 500 euro gli utenti potrebbero diventare proprietari della tratta di cavo che connette le centrali telefoniche (di zona o di quartiere) al proprio appartamento. "Con un'azione d'informazione e di agevolazione del microcredito", si legge nella lettera che il presidente Dino Bortolotto ha spedito al Ministro Paolo Romani, si potrebbe di fatto finanziare la NGAN (Next Generation Access Network). 

In pratica la rete di accesso di nuova generazione "avrebbe un costo di denaro pubblico irrilevante" e "vedrebbe il denaro privato investito in un bene durevole che accresce l'economia del territorio e il valore patrimoniale dell'immobile".

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Assoprovider è convinta che i benefici cadrebbero a pioggia sulle imprese, il territorio e i cittadini "mediante una diffusa attivazione di lavori sostenuti dal credito privato e non dalla mano pubblica".

La proposta è certamente interessante e potrebbe essere degna di valutazione, anche se al momento il paese è concentrato su altri temi economici-finanziari considerati prioritari. 

"La mancata assunzione di questi provvedimenti, nella forma proposta o in altre tese comunque a migliorarne l'efficacia, va a discapito del mercato e impedisce un reale rilancio dell'economia nazionale in questo settore così decisivo per il presente e il futuro del nostro Paese. Ciò che chiedono i Paesi Europei e il mondo imprenditoriale è un progetto d'innovazione che non può prescindere dall'eliminazione di qualsiasi posizione di rendita, oltretutto agevolata da norme e leggi anacronistiche oltre che di dubbia costituzionalità", conclude Bortolotto.

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Fra le altre proposte dell'associazione, infatti, la revisione dei contributi amministrativi delle PMI per incentivare lo sviluppo della banda larga e misure di razionalizzazione per l'utilizzo dello frequenze aggiornando i canoni annuali – che sono decrescenti al crescere delle assegnazioni di un singolo richiedente. 

"Un nuovo imprenditore nel settore delle reti dati in una città con più di 200.000 abitanti, a causa degli attuali contributi amministrativi, per acquisire il suo primo cliente del servizio rete dati deve versare allo Stato un contributo amministrativo annuale di 55.000,00 euro (a titolo informativo e puramente comparativo il settore televisivo è tenuto al contributo amministrativo per l'1% del fatturato)", sottolinea il presidente Assoprovider.