Asta frequenze TV quasi deserta: l'unica offerta è di Cairo

Alla fine solo Urbano Cairo, patron di La7, ha depositato un'offerta per le nuove licenze del digitale terrestre. Rai, Mediaset e Telecom non potevano partecipare perché hanno più di 3 multiplex.

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a cura di Dario D'Elia

L'asta che assegnerà le nuove frequenze del digitale terrestre è andata quasi deserta. Solo il gruppo Cairo Communication, proprietario de La7, ha deciso di parteciparvi. Il Ministero dello Sviluppo Economico ha diramato un comunicato piuttosto stringato che fa riferimento alla prossima valutazione dei requisiti amministrativi della domanda. Dopodichè il Gruppo Cairo "avrà trenta giorni di tempo per presentare l'offerta economica per uno o più dei tre lotti di frequenze messi a gara, con il vincolo della copertura del 51% della popolazione italiana entro 5 anni".

Si parla di tre lotti L1 (multiplex che sfrutta i 6 e 23 per una copertura della popolazione stimata all'89,5%), L2 (canali 7 e 11 per una copertura del 91,1%) e L3 (canali 25 e 59 per una copertura del 96,6%).

La7 si espande?

Il bando è scaduto oggi a mezzogiorno ma fino all'ultimo si pensava che Discovery Channel e Sky sarebbero state della partita. D'altronde il regolamento deciso dall'AGCOM, su indicazione anche di Bruxelles, escludeva la possibilità di partecipare per i possessori di tre o più multiplex - come Mediaset , Rai e Telecom Italia Media Broadcasting. L'obiettivo di questa assegnazione, fra le altre cose, è quello di riequilibrare il mercato, viziato dal duopolio Rai-Mediaset. Non a caso dal 2005 l'Italia vive sotto la spada di Damocle di una procedura di infrazione legata alla controversa Legge Gasparri.

Bruxelles ha sempre sostenuto che la prima assegnazione di frequenze del digitale terrestre è stata contraria al diritto comunitario, non ha rispettato il principio della libera prestazione dei servizi e non ha seguito criteri di selezione obiettivi, trasparenti, non discriminatori e proporzionati.

"È certamente positivo che la gara per le frequenze tv non sia andata deserta, anche se è presto per dire se l'esito sarà sufficiente per chiudere la procedura d'infrazione della Commissione europea, come noi ci auguriamo", ha commentato il sottosegretario allo Sviluppo economico con delega alle comunicazioni, Antonello Giacomelli.

Nel frattempo bisogna registrare anche l'istanza cautelare al Tar del Lazio di Prima Tv per chiedere la sospensione dell'asta. La società di Tarak Ben Ammar, proprietaria del multiplex DFree per le frequenze digitali, contesta il regolamento.

@dariodelia74