AT&T brevetta il filtro anti-pirateria definitivo

La più grande Telco statunitense ha brevettato un sistema di monitoraggio online anti-pirateria.

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a cura di Dario D'Elia

AT&T ha brevettato il sistema anti-pirateria definitivo: un software capace di individuare i file pirata che viaggiano attraverso la sua rete in tempo reale. La prima versione sembrava essere in grado di svolgere questa attività di monitoraggio esclusivamente sui circuiti BitTorrent. Adesso invece si è scoperto che il protocollo usato per i trasferimenti non è un problema.

Un file condiviso con Dropbox oppure con un qualsiasi servizio di hosting sembra essere diventato trasparente. "Real-time content detection in ISP transmissions" rischia di diventare lo strumento anti-pirateria più pericoloso dell'occidente. Ovviamente si sa ancora poco al riguardo, ma c'è da credere che sotto il punto di vista legale il colosso delle comunicazioni statunitensi abbia pensato a tutto. Magari domani fornirà il servizio ai detentori di copyright, e a quel punto toccherà a loro impelagarsi con le questioni giuridiche come privacy e altro.

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AT&T in fondo potrebbe limitarsi a rilevare il traffico sospetto, senza agire direttamente e senza condizionare le prestazioni degli abbonati. Il brevetto comunque include la possibilità di attivare report automatici per la polizia o i detentori di copyright. Inoltre, se un giorno volesse, l'operatore sarebbe in grado anche di implementare gli alert per gli abbonati ed eventualmente la sospensione di servizi. Ma in questi casi ovviamente ci vorrebbe una legislazione diversa da quella attuale.

Insomma, hanno un missile con ricerca di file pirata di ultima generazione, e anche le regole di ingaggio appaiono secondarie.

AT&T sostiene che il suo sistema di tracciamento possa essere adottato da qualsiasi Internet Provider. D'altronde si tratta pur sempre di un comparatore di file: in pratica compara quelli sospetti con un database pirata. La black-list può essere aggiornata e condivisa con i provider partner.

Si tratta di puro monitoraggio del traffico di rete: l'incubo di molti utenti e associazioni per i diritti digitali. La tecnologia probabilmente è già pronta, forse la società e il diritto non ancora. E non è neanche scontato che possano mai esserlo.

In ogni caso si tratta pur sempre di sistemi pensati per la massa degli utenti. I più esperti riusciranno sempre a individuare servizi e applicazioni in grado di camuffare o cifrare i file. Chi ha detto Mega?