At&t non è interessata a Telecom: storia di una bufala

At&t non vuole acquisire Telecom Italia: Tom's Hardware ha avuto conferme da fonti attendibili.

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a cura di Dario D'Elia

Il settore delle telecomunicazioni è protagonista del gossip estivo come ogni altro ambito: secondo Credit Suisse il colosso delle telecomunicazioni At&t sarebbe interessato a Telecom Italia. Ebbene, è una balla colossale. Tom's Hardware, grazie a fonti confidenziali, ha scoperto che da tempo si sta cercando di infilare l'operatore telefonico statunitense in ogni operazione europea di fusione o acquisizione.

In verità tutto si deve a due fatti reali, che da mesi alimentano le fantasie di analisti e osservatori. Il primo è che l'AD di At&t, Randall Stephenson, a maggio è intervenuto alla conferenza degli investitori di J.P. Morgan Chase & Co. "L'Europa adesso è attraente", dichiarò di fronte al pubblico. "Il mercato si evolverà in Europa, decollerà veloce come è stato qui". Ecco, è bastata una frase per far eccitare investitori, giornalisti, ricercatori e specialisti. Arrivano i dollari americani a salvarci! E in verità a luglio quando parlò Robin Bienenstock, guru IT del settore telefonico che lavora per Sanford Bernstein, ci siamo caduti anche noi.

At&t

Il secondo fatto è legato alla pubblicazione di una serie di indagini che confermerebbero per gli operatori TLC statunitensi l'esigenza di espandersi oltre confine. Il mercato europeo sarebbe un'ottima preda, se non altro perché le valutazioni delle società sono piuttosto basse.

Ovviamente questa è stata anche occasione per le Telco UE per far fronte comune contro gli ipotetici invasori. A Bruxelles da tempo si chiede di fare di più per proteggere le imprese comunitarie: inventarsi un nemico storicamente è di grande giovamento, per le casse.

Facendo due chiacchiere però con chi conosce bene At&t, abbiamo scoperto che non ci sono progetti di acquisizione in cantiere in Europa. Certamente se si dovesse prospettare qualche affare nessuno si tirerà indietro, ma al momento il pensiero corre solo verso l'espansione business-to-business. In Italia ad esempio At&t è già presente con qualche filiale, che si occupa però di servizi IT per le aziende.

Infine, è questo è un dettaglio che dovrebbe far pensare sopratutto la politica, anche dovesse prospettarsi una qualche operazione di acquisizione gli americani ci penserebbero una decina di volte prima di muovere un passo. La nostra accoglienza nei confronti delle imprese straniere è mediamente freddina. Solo quando siamo alla canna del gas, fanno comodo. Sempre che nessuno rompa il comando di emergenza per "salvare l'italianità".