Australia: presto il blocco dei contenuti video violenti online

Il Governo australiano lavora a una norma che punta a bloccare velocemente l'eventuale diffusione di video violenti legati ad atti terroristici.

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a cura di Dario D'Elia

Il Primo Ministro australiano Scott Morrison ha confermato ieri durante il G7 di Biarritz che sta lavorando a una proposta di legge che consentirà il blocco degli accessi ai siti che ospitano video violenti ed estremistici. L'intento è quello di evitare il diffondersi di contenuti estremi durante eventi di crisi, come ad esempio è successo con i fatti di Christchurch in Nuova Zelanda. Oltre a blocchi temporanei dei domini si sta valutando l'opportunità anche di obbligare le piattaforme online come ad esempio Facebook, YouTube e Twitter a implementare sistemi di sicurezza più evoluti che prevengano o blocchino la condivisione di video violenti.

Entro la fine di settembre tutte le aziende potenzialmente coinvolte dovranno esprimersi sulla proposta normativa. "Stiamo facendo tutto il possibile per negare ai terroristi l'opportunità di glorificare i loro crimini", ha dichiarato Scott Morrison a Reuters.

Il lavoro dei funzionari governativi in collaborazione con il dipartimento di sicurezza online australiano (eSafety) al momento sono concentrati sulla tipologia di materiali violenti da inserire nella ipotetica "black list". Si parla di omicidi, aggressioni sessuali, torture, rapimenti, etc. Non si esclude anche la possibilità di creare un centro di coordinamento permanente per gestire le crisi.

Una delle questioni più delicate però riguarda la modalità di intervento: azione chirurgica nei confronti del singolo contenuto o oscuramento dell'intera piattaforma che lo ospita? Tecnicamente nella migliore delle ipotesi dovrebbero essere coinvolti direttamente siti e provider, ma com'è risaputo in molti casi è sufficiente un servizio VPN per aggirare i blocchi.

La tempistica è poi fondamentale per evitare la viralità dei video. In Germania con la nuova legge "Network Enforcement Act" viene chiesto alle piattaforme di rimuovere discorsi di odio, notizie false e altro materiale illegale entro 24 ore dalla segnalazione – il rischio è di incorrere in sanzioni fino a 50 milioni di euro. La commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (LIBE) del Parlamento europeo si è spinta oltre recentemente votando a favore dell'attuazione di una scadenza di un'ora per eliminare ogni contenuto terroristico online.