Auto senza pilota anche in Europa grazie a Volvo

Volvo ha sperimentato su strada la tecnologia del progetto SARTRE. Grazie a sensori e sistemi automatici le auto possono muoversi in fila indiana con rischi minimi, e così ridurre i consumi mentre il guidatore si gode un po' di relax.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Volvo ha fatto viaggiare per 200 chilometri tre automobili senza pilota sulle autostrade spagnole. L'esperimento è stato portato a termine di recente, e segna una tappa storica nel progetto SARTRE (Safe Road Trains for the Environment), uno dei fiori all'occhiello della casa svedese.

Abbiamo già parlato di SARTRE in passato, ma vale la pena ricordare di cosa si tratta. È un sistema di guidata automatica "a convoglio", nel quale ogni auto segue quella che la precede mantenendo una distanza predefinita. Il collegamento tra le auto è gestito tramite reti senza fili, e all'inizio della "fila" c'è un veicolo apripista guidato da un pilota – almeno fino a che anche questo elemento non sarà automatizzato.

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SARTRE ha tra i suoi obiettivi quello di aumentare la sicurezza sulle autostrade e allo stesso tempo ridurre i consumi. Tra gli effetti collaterali più interessanti c'è poi un evidente aumento del benessere, perché il guidatore umano è chiamato in causa solo se il veicolo deve lasciare il convoglio e abbandonare l'autostrada.

Sono 25 i governi europei che collaborano con Volvo a questo progetto sin dagli anni '80, ma è toccato alla Spagna il privilegio del primo vero test su strada. Sono state protagoniste le autostrade intorno a Barcellona, con un traffico di media intensità; qui tre auto hanno viaggiato a 85 km/h dietro al mezzo di riferimento, un grosso camion, e hanno percorso senza il minimo problema circa 200 Km.

I vantaggi sono evidenti: si riduce quasi a zero la possibilità di un errore umano (compreso il pericoloso colpo di sonno), e si ottimizzano i consumi. Volvo promette infatti un risparmio di carburante che può arrivare al 20%, e visti i tempi che corrono non si può essere che felici.

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Interessante anche la possibilità di usare il tempo in autostrada, tutto sommato noioso, per leggere una rivista, chiacchierare con i passeggeri, guardarsi un film, o magari godersi un libro del filosofo francese che ha dato il nome al progetto; insomma di rendere più piacevole anche questa parte del viaggio. Tra gli effetti collaterali, ci piace pensare che sarebbe la fine di guidatori che superano a zig zag, di auto inchiodate alla corsia centrale anche quando quella a destra è libera, di novelli piloti incapaci di tenere le distanze, di che frenano troppo presto e di quelli che lo fanno troppo tardi. Vi andrebbe bene questo panorama stradale?