Autofocus e sistema esposimetrico

Abbiamo messo a confronto la migliore compatta oggi disponibile sul mercato con la migliore bridge. Due mondi diversi con un unico fine: quello di offrire una valida alternativa alle reflex o alle mirrorless APS-C quando la portabilità e la praticità d'uso sono prioritarie rispetto alla possibilità di cambiare obiettivo.

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a cura di Tom's Hardware

Autofocus e sistema esposimetrico

L'autofocus della G1 X Mark II prevede 31 zone. L'area AF è a cornice singola, spostabile a piacere anche mediante touch screen, oppure estesa. La cornice può essere rimpicciolita per una messa a fuoco ancora più precisa. Nel modo AiAF vengono rilevati i visi delle persone, presi come riferimento per la MAF, l'esposizione e il bilanciamento del bianco. Per i soggetti in movimento, si utilizza AF servo, con la possibilità di attivare Face Select per scattare dopo aver scelto il viso di una persona specifica da mettere a fuoco (tracking del soggetto). E' possibile ovviamente anche lo scatto con blocco AF, come la già descritta messa a fuoco manuale con focus peaking.

Impostando l'AF singolo, la messa a fuoco avviene il più delle volte senza incertezze, anche in condizioni di basso contrasto; eventualmente interviene l'apposita lampada ausiliaria, il cui funzionamento è disattivabile. In alcuni casi la camera non è riuscita a focalizzare il soggetto, per esempio in determinate scene notturne; in tal caso la cornice diventa gialla con un simbolo di alert. Il tempo necessario per la messa a fuoco dal momento in cui si preme il pulsante di scatto è ragionevolmente contenuto, ma non fulmineo.

Processo di messa a fuoco automatica della G1 X Mark II rispetto al precedente modello

Nel modo AF Servo, questo tempo cresce, nell'ordine di circa 0,6 sec. in condizioni di buona illuminazione, che salgono a 0,8/0,9 sec. quando la qualità della luce peggiora. Per migliorare la reattività della macchina, sia in One Shot che AF Servo, consigliamo di tenere sempre attiva l'opzione AF continuo, dove la camera esegue continuamente la messa a fuoco dei soggetti anche se il pulsante dell'otturatore non viene premuto, a discapito di un maggior consumo di batterie.

Le capacità di tracking di soggetti in movimento è notevole (se non si muovono troppo rapidamente), con una percentuale di foto perfettamente a fuoco compresa fra l'85 e il 90%. Peccato che ci si scontri con una velocità di scatto continuo in sequenza un po' limitata. Se si bloccano l'AF e l'esposizione sul primo fotogramma, si possono sì superare i 5 fps, ma se si attiva l'AF siamo nell'ordine dei 3 fps. La cosa strana è che, a parità di condizioni, a volte la macchina scatta con una frequenza della raffica molto più ridotta, che arriva al tempo inaccettabile di circa 1 fps con AF/AE attivi, per giunta con un refresh lento del display che impedisce di seguire il soggetto. Si tratta di un comportamento inspiegabile, forse un difetto dell'esemplare in prova.

Il sistema esposimetrico, come tradizione delle Canon Powershot, è eccellente: lasciando la lettura semplicemente su valutativa, è davvero difficile scattare foto sovra o sottoesposte. Presente anche la lettura media pesata al centro e quella spot. La misurazione AE spot può essere collegata o meno alla cornice AF.  

La DSC-RX10 adotta invece un nuovo autofocus a contrasto basato su 25 zone che lavora in combinazione con il motore Direct Drive SSM (Super Sonicwave Motor), utilizzato anche su alcuni obiettivi del sistema Sony Alpha.

L'area AF può essere centrale, con uno spot flessibile (cioè posizionabile dove si vuole) basato su tre diverse dimensioni della cornice, oppure ampia. Presente ovviamente il face detector e per la prima volta anche l'eye detector, che rileva l'occhio in un viso e mette a fuoco su quello.

Le modalità dell'autofocus si selezionano da una levetta posta sul lato frontale: singolo, continuo, DMF e manuale. Quando impostato su DMF, l'autofocus agisce normalmente, ma ruotando la ghiera dello zoom sull'obiettivo, la fotocamera passa alla messa a fuoco manuale e lo zoom si disattiva.  

L'AF singolo è abbastanza veloce e accurato, richiede meno di 0,3 secondi in condizioni di buona illuminazione, valori confrontabili con quelli di una reflex, però quando la luce scarseggia e interviene la lampada ausiliaria, il tempo può salire a circa 0,9 sec., valori simili a quelli della Canon. Lo shutter lag (non in pre-fuoco) è solo di una frazione di secondo superiore. Il rumore del motore di MAF è praticamente inavvertibile. In qualche caso la MAF risulta difficoltosa o addirittura impossibile, come su soggetti uniformi a bassissimo contrasto.

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Attivando il Pre-AF, l'obiettivo continua a focheggiare senza apparentemente riuscire a trovare il punto di fuoco. Ovviamente si può scattare, però il fenomeno risulta fastidioso perché disorienta il fotografo; Abbiamo quindi preferito disattivarlo.

La fotocamera è dotata di Lock-On AF che tiene traccia dei soggetti in movimento, anche se scompaiono momentaneamente dal frame. Quando attivato il tracking con blocco dell'AF sul soggetto, su una raffica continua a 3 fps abbiamo contato una percentuale di scatti a fuoco di oltre il 70%, una media di tre su quattro. Sono valori buoni, ma non eccezionali. Il tracking è abbastanza efficace solo in questo caso, poiché impostando semplicemente la MAF su C, l'AF della fotocamera non riesce a seguire il soggetto con la rapidità richiesta.   

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La velocità di scatto continua con AF inserito è di circa 3 fps per immagini JPEG; purtroppo, dopo una decina di secondi la velocità diminuisce a causa del riempimento del buffer (teniamo conto che le immagini sono da 20 Mpixel!). Se si blocca la MAF solo sul primo fotogramma, si possono però raggiungere i 10 fps nel modo Speed Priority Advance! Il tempo d'elaborazione necessario per la scrittura su memoria dopo una raffica di scatti è un po' lungo.

Anche in questo caso nulla da eccepire sul sistema esposimetrico, efficace ed affidabile.